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“Prove tecniche di razzismo”, di Curzio Maltese

La deriva da Ku Klux Klan della Lega Nord non ha più limiti. Dopo la ripugnante trovata del White Christmas di Coccaglio, arriva un´altra proposta di legge razziale che non si sa se definire più idiota o indegna.
Il deputato della Lega Maurizio Fugatti, già tristemente noto per l´emendamento dello scudo fiscale, ha infilato nelle votazioni della finanziaria un tetto per la cassa integrazione ai lavoratori stranieri. «Quando non c´è lavoro, bisogna tutelare anzitutto gli italiani» ha spiegato il parlamentare di Bussolengo.
L´emendamento non dovrebbe passare perché, oltre a fare schifo, è incostituzionale e anche illogico. I lavoratori stranieri regolari pagano gli stessi contributi degli italiani e hanno quindi diritto a eguali tutele. Il giorno in cui peraltro dovessero essere approvate in Parlamento leggi come queste, milioni di italiani, fra i quali chi scrive, si trasformerebbero a loro volta in migranti, verso le nazioni civili.
La proposta leghista costituisce comunque un segnale, anzi un avvertimento, in varie direzioni. Serve anzitutto per catturare o rinsaldare il consenso in alcune aree ricche ma culturalmente e moralmente miserabili del Nord, dove la crisi acuisce il rancore sociale e dove la Lega ormai organizza la caccia all´untore, come quella di Coccaglio, fra gli applausi dei monatti e dei fugatti.
È anche un avvertimento, di genere mafioso, ai lavoratori migranti. Vengano a buttare sangue e sudore nei capannoni del Nord Est, paghino pure tasse e contributi, ma poi non pretendano di essere trattati da persone e da cittadini. E´ inutile che vogliano integrarsi, meglio anzi che rimangano clandestini, pagati in nero. Tanto non saranno mai come gli indigeni. Un concetto già diffuso nella Germania degli anni Trenta. Il terzo messaggio è al governo. Berlusconi ha estremo bisogno della fedeltà leghista, per far approvare in fretta il processo breve e svicolare dai processi. Ma in cambio deve concedere ai “gauleiter” pedemontani qualche soddisfazione.
I partiti xenofobi sono purtroppo diffusi in Europa, ma sono al governo in uno solo, l´Italia. E´ già abbastanza vergognoso per milioni di concittadini. Ma allo strazio, la Lega aggiunge l´arroganza di voler parlare a nome degli italiani, pur disprezzando l´unità nazionale, e perfino nel nome dei valori cristiani.
Che cosa c´entrano gli italiani con gli alieni verdognoli venuti giù con la piena? Cosa c´entrano i valori cristiani, riaffermati ieri dal Papa? L´unica risposta possibile al delirio leghista è un rapido accordo per far approvare una legge di diritto al voto per gli stranieri residenti in Italia da almeno cinque anni. Siamo ormai l´ultimo paese in Europa a far coincidere la cittadinanza con lo “ius sanguinis”, il diritto del sangue
La Repubblica 28.11.09

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Maroni: White Christmas un esempio, di Giuseppe Spatola
Brescia Incontro del ministro con il sindaco leghista di Coccaglio. «Nessun razzismo, viene applicata la legge» . «Bravo, sei un esempio per tutti i sindaci d’Italia». Il ministro dell’Inter­no, Roberto Maroni, a Brescia per un vertice sulla sicurezza, ieri pomeriggio ha voluto complimentarsi di persona con Franco Claretti, sindaco le­ghista di Coccaglio e promoto­re dell’operazione «White Christmas» che entro Natale censirà tutti gli stranieri resi­denti nel suo Comune segna­lando alla questura quelli clan­destini o con il permesso di soggiorno scaduto.

Una pacca sulla spalla, una stretta di mano e l’invito a «non mollare». Perché «tutte le polemiche su questa ordi­nanza sono state montate ad arte dai media», dice il mini­stro. Annunciando l’apertura di un nuovo centro di identifi­cazione e espulsione in pro­vincia di Brescia (il secondo in Lombardia dopo quello già operativo a Milano) e la crea­zione di un «nucleo antiterro­rismo che lavorerà in città per monitorare eventuali cel­lule vicine ai gruppi integrali­sti », Maroni ha sostenuto e promosso senza remore l’ini­ziativa del sindaco Claretti.

«A Coccaglio — ha spiegato il ministro — sono state appli­cate alla lettera le norme del decreto sicurezza. Nulla di strano. Non è stata commessa nessuna illegalità. Ce ne fosse­ro di sindaci così». Non solo. «L’operazione ‘White Chri­stmas’ — ha ribadito Maroni — è già stata fatta in altri co­muni con altri nomi e senza suscitare gli stessi clamori. Si tratta di iniziative che servo­no per controllare e contrasta­re il fenomeno dei clandesti­ni. Quindi nessun ‘caso’ e niente razzismo. Tutti i sinda­ci, di ogni colore politico, do­vrebbero prendere esempio dal comune bresciano e appli­care il decreto sicurezza in questa maniera».

«Affermazioni gravi quelle del ministro», ha detto il sin­daco di Brescia Paolo Corsini. E se Maroni difende il «bian­co natale» di Coccaglio, ieri mattina è arrivata la censura del Vaticano. Il presidente e il Segretario del Pontificio con­siglio per i migranti, monsi­gnor Antonio Maria Vegliò e Agostino Marchetto, hanno definito il censimento degli stranieri da parte del Comu­ne bresciano «triste e doloro­so ».

Entrambi hanno preso par­te alla presentazione del mes­saggio del Papa per la novan­taseiesima giornata del rifu­giato, che si celebrerà il pros­simo 17 gennaio. Titolo del messaggio: «I migranti e i rifu­giati minorenni». «Questa di accostare il Natale a una real­tà difficile che tocca gli esseri umani è una cosa dolorosa. Il Natale è festa dell’accoglienza da parte della Vergine del ver­bo di Dio, come ricordato nel suo messaggio anche dal Pa­pa, che parla di Gesù come di un rifugiato». Monsignor Ve­gliò oltre a censurare «l’opera­zione White Christmas» ha lanciato l’allarme sulla possi­bile espulsione di minori dal nostro Paese. Ma il ministro Maroni lo ha smentito: «L’Ita­lia non ha mai espulso un mi­nore ». «Penso che la Cei — ha sottolineato Maroni prima di lasciare il vertice di Brescia— non si riferisse all’Italia. La legge Bossi-Fini su questo punto è chiara, il nostro Pae­se non espelle i minori. Anzi, quando c’è anche il più picco­lo dubbio sul fatto che i clan­destini abbiano compiuto la maggiore età, i ragazzi vengo­no affidati ai servizi sociali e assistiti. Non rimpatriamo i bambini, ma garantiamo che la legge sia applicata. In Italia può rimanere solo chi ha un contratto e un posto di lavo­ro » .
Corriere della Sera 28.11.09

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La Lega: un tetto alla cassa integrazione per gli immigrati, solo per sei mesi

Un tetto alla cassaintegrazione, ovvero a «qualsiasi trattamento di sostegno al reddito», per i cittadini extracomunitari che lavorano in Italia: è quanto prevede un emendamento della Lega alla Finanziaria presentato in commissione Bilancio alla Camera a firma del deputato del Carroccio e capogruppo in commissione Finanze a Montecitorio Maurizio Fugatti che sottolinea: «E’ una mia iniziativa personale in linea con lo spirito dei provvedimenti sull’immigrazione».

«Le risorse sono quelle che sono e prima di tutto dobbiamo guardare ai cittadini italiani. E quindi noi diamo la Cassa integrazione anche ai cittadini extracomunitari ma solo per sei mesi», ha commentato Fugatti: «Se non c’è lavoro per gli italiani – dice infatti – non c’è per nessuno. Prima dobbiamo pensare agli italiani. Se la crisi dovesse andare avanti si creerà una contrapposizione tra disoccupati italiani e disoccupati extracomunitari e queste vuol dire che sulle strade, come in parte già accade in Padania, ci troveremo sia i disoccupati italiani sia i disoccupati extracomunitari e noi dobbiamo tutelare di più gli italiani».

«Se il lavoro non c’è rimane qui chi il lavoro lo ha o chi ha la Cig, in alternativa – sottolinea Fugatti – torna a casa. I sondaggi ci dicono che ci sono tanti extracomunitari che hanno deciso di tornare: noi non li licenziamo – conclude il deputato della Lega – ma se sono senza lavoro la Bossi-Fini dice questo».

Pd: proposta incostituzionale. Quell’emendamento è palesemente incostituzionale e sono sicura che la presidenza della Camera lo dichiarerà inammissibile. È in ogni caso la triste dimostrazione che la Lega, che ormai è l’ago della bilancia di questa maggioranza, arriva a strumentalizzare un grave problema sociale, com’è quello della disoccupazione, per cavalcare norme incivili e razziste del tutte prive di ogni fondamento e ragion d’essere». Lo afferma il capogruppo del Pd nella commissione Affari costituzionali della Camera, Sesa Amici. Per Giuseppe Fioroni, responsabile Welfare del Pd, «l’unico tetto che servirebbe è quello alla vergogna».
Per il senatore del Pd, Paolo Nerozzi si tratta di «una nuova forma di legge razziale nel mondo del lavoro».

Cgil: iniziativa xenofoba. «Una iniziativa xenofoba e una vera e propria sciocchezza giuridica». Così la Cgil giudica l’emendamento. «Questi lavoratori e i loro datori di lavoro – afferma il segretario confederale, Fulvio Fammoni – pagano come per tutti gli altri i contributi per accedere agli ammortizzatori sociali. Quindi si tratta di un emendamento improponibile a meno che la Lega non pensi che, come succede per la previdenza, i lavoratori stranieri devono solo versare e difficilmente ricevere il corrispettivo di quanto versato. È una esplicita istigazione al lavoro nero», conclude Fammoni.

Uil: richiesta cattiva e inutile. La richiesta della Lega è «inutile, cattiva e controproducente per lo stesso sistema delle imprese». Lo afferma il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy. Per il sindacato, porre questo tetto significherebbe «mettere a rischio la possibilità di utilizzare professionalità su cui si è investito e che alla fine dei sei mesi di cig verrebbero espulse dal sistema produttivo».

Cisl: inaccettabile, lede la Costituzione. «Spero che tutto il Parlamento rigetti in radice questa norma inaccettabile e improponibile» commenta Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl. Secondo Bonanni, infatti, si tratta di una iniziativa «senza senso contro i lavoratori immigrati regolari che pagano i contributi e le tasse in Italia e che hanno diritti al pari di tutti i lavoratori italiani. È una proposta gratuita e lesiva dei diritti costituzionali e dei diritti fondamentali della persona», conclude il leader della Cisl.

Per Renata Polverini (Ugl) si tratta di una «provocazione».

Idv: proposta becera e razzista come la Lega. «Mettere i lavoratori, gli operai, coloro che soffrono la crisi per primi e ne pagano il prezzo più alto, gli uni contro gli altri è da vigliacchi e miserabili prima ancora che da razzisti» commenta Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera. «Questo emendamento – aggiunge – è miserabile, becero e razzista, come becera e razzista è la politica della Lega, capace solo di parlare alla pancia dei suoi elettori e di cavalcare le paure della gente».

Per Savino Pezzotta deputato dell’Udc si tratta di «una proposta indecente di cui i proponenti dovrebbero vergognarsi, oramai siamo ai limiti di una visione razzista dei lavoratori. Sarebbe bene che per pudore lo ritirassero».

La Russa: proposta ingiusta no a discriminazione. «Immaginare di trattare diversamente gli italiani o gli stranieri che hanno perso il lavoro senza colpa sarebbe un’ingiustizia»: così il ministro della Difesa Ignazio La Russa, raggiunto telefonicamente, commenta la proposta della Lega. «I termini fissati per i lavoratori italiani non mi sembrano così lunghi e non vedo ragioni – dice La Russa – per discriminare i lavoratori in ragione della loro nazionalità. Mi piace discriminare in ragione dei comportamenti e dunque punire chi non rispetta la legge, chi entra clandestinamente».

Per il ministro Mara Carfagna si tratta di una «provocazione» e spiega che il «governo vigilerà come sempre, perché a tutti vengano assicurate pari opportunità».

Al deputato del Pdl Fabio Granata «sembra un emendamento più tattico che strategico per dare una risposta alla decisione di calendarizzare la legge sulla cittadinanza. Naturalmente trova la nostra netta contrarietà».

Rita Borsellino: la Lega specula sulla sofferenza. «La Lega continua a speculare sulla sofferenza»: lo dichiara in una nota la parlamentare europea Rita Borsellino (Pd). «Ci sono due modi – dice Rita Borsellino – di rispondere alla proposta della Lega Nord. Una risposta tecnica, innanzitutto: questa proposta è una boutade, visto che è in palese contrasto con le norme italiane. La seconda risposta attiene al lato umano: chi specula sulla sofferenza, come fa la Lega – conclude – non ha la dignità di stare sugli scranni che sono stati istituiti per preservare la democrazia e i diritti umani, civili e politici. Di tutti».
Il Messaggero 28.11.09