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Sicurezza edifici, la tragedia di San Giuliano di Puglia non è servita a nulla?

Dura denuncia della Cgil del Molise, che ad 8 anni dal terremoto parla di sprechi di denaro pubblico e mancanza di un piano di dimensionamento. Non solo: diversi edifici andavano chiusi, non ristrutturati. Sarebbe stata poi ignorata la norma della 133/08 che modifica i parametri per costituire le classi: nella Regione ben 80 plessi a rischio. Il Governo fermo agli annunci.
Anche dopo la tragedia di San Giuliano di Puglia, durante la quale a seguito del terremoto persero la vita 27 alunni della scuola elementare Jovine e la loro maestra, la sicurezza degli edifici scolastici del Molise sarebbe tutt’altro che migliorata: a dichiararlo, in occasione dell’ottavo anniversario dall’evento, è il segretario regionale della Cgil del Molise, Sergio Sorella. Attraverso un documento, il sindacalista spiega che ancora oggi, malgrado la terribile esperienza, sono “sotto gli occhi di tutti gli sprechi di denaro pubblico utilizzato per ristrutturare scuole, spesso al di sotto dei parametri previsti dalla legge, fatti senza una previsione programmatica di un piano di dimensionamento scolastico che unisse plessi, offerta formativa territoriale ed utilizzo del denaro pubblico”.
Insomma, per la Cgil “la sicurezza delle scuole molisane è ancora una ‘chimera’” perché a regnare sarebbero ancora “: basta dire che recentemente il ministero dell’Istruzione “ha comunicato l’elenco delle scuole con criticità edilizia: nella Regione i plessi sono oltre 80, distribuiti su tutto il territorio regionale, da Venafro a Termoli, con l’indicazione della via e del tipo di scuola “.
In base a quanto risulta alla Cgil anche “gli interventi sono stati a dir poco estemporanei: il nuovo regolamento sulla ‘Riorganizzazione della rete scolastica e sull’utilizzo delle risorse umane’ in attuazione del comma 4 dell’art. 64 della L. 133 del 6 agosto 2008, ha modificato i parametri per la costituzione delle classi. Sono stati ristrutturati plessi che secondo queste nuove regole dovranno chiudere”. Rendendo ancora più preoccupante la linea espressa ad inizio d’anno scolastico dall’associazione Cittadinanzattiva, secondo cui il problema della sicurezza dei nostri istituti sarebbe da arrecare principalmente alla loro scarsa manutenzione.
Ma dal sindacato non giungono solo denunce: il rappresentante regionale della Cgil indica che urge attuare “un’analisi seria di come gli edifici scolastici sono tenuti”, oltre checapire che tipo di “piano di manutenzione è stato fatto” e “quali prospettive future si delineano per la sicurezza degli studenti molisani”. Serve però uno cambio di marcia: sinora arebbe stati più volte sollecitati, senza esito, i prefetti della provincia di Campobasso e di Isernia a vigilare “per il rispetto della normativa riguardante la composizione delle classi e le regole sulla sicurezza concernenti gli spazi necessari ad ogni alunno dentro una classe e nel richiedere il rispetto della normativa in materia”.
Intanto il Governo che fa? Dopo l’annunciato sblocco, in estate, di una prima tranche pari a 375 milioni di euro da destinare alle urgenze è giunto il momento che passi ai fatti: anche per rispetto agli alunni e studenti rimasti sotto le macerie o travolti da un tubo di ghisa incredibilmente dimenticato nel controsoffitto.

Tecnica della Scuola 04.11.11