Giorno: 5 Novembre 2010

"Università, la libertà di dire no", di Alessandro Ferretti*

Abbiamo iniziato a dire «no» a un progetto che ci vuole infinitamente ricattabili, sempre più poveri in una guerra alla quale la società italiana sembra essere stata destinata da una gestione a dir poco discutibile della crisi finanziaria iniziata nel 2008. Mi sono imbattuto in Shantaram, un romanzo di Gregory Roberts, in cui si parla della cosa migliore al mondo. Una sostiene sia il potere, un altro il denaro, il terzo vota per la libertà. Alla domanda «Ma la libertà di far che?», avanza un’ipotesi: «Non so. Forse soltanto la libertà di dire no. Se riesci a ottenerla, non hai più bisogno di nulla». Tra gli oltre 9 mila ricercatori che si sono dichiarati indisponibili a ricoprire gli incarichi della didattica non obbligatoria in 50 atenei italiani saranno in molti a riconoscersi in questa libertà. Otto mesi fa, quando la nostra protesta è iniziata nelle facoltà di scienze di Torino, Napoli e Cagliari, credevamo che il senso della nostra indisponibilità fosse legato alla pur necessaria difesa di un ruolo che ha svolto fino a oggi …

"Senza sbocco il duello tra Berlusconi e Fini, ma in Parlamento succede qualcosa", di Stefano Folli

I due fatti politici di ieri s’intrecciano in una miscela inedita. Da un lato c’è Silvio Berlusconi che si affida alla tattica e rivolge un discorso a suo modo conciliante al nemico Fini, rimettendo sul tavolo persino quel «patto di legislatura» che appare e scompare dal dibattito come un fiume carsico. Dall’altro c’è la maggioranza battuta in commissione a Montecitorio su un emendamento alla «legge di stabilità» (l’ex finanziaria). È una vittoria delle opposizioni, soprattutto perché al centrosinistra e all’Udc si sono aggiunti i rappresentanti di «Futuro e Libertà» e Movimento per le Autonomie. In altre parole, il cartello che nei voti di qualcuno dovrebbe costituire la griglia del governo di transizione. Pdl e Lega sono rimasti compatti, ma non è bastato. Ha prevalso l’alleanza sostanziale fra la sinistra e l’ipotetico «terzo polo». Un segnale da non trascurare. Vediamo come legare i due fatti. Non c’è dubbio che ieri il premier avesse tutto l’interesse a tendere la mano all’avversario. Così come il presidente della Camera aveva e ha l’interesse opposto: svincolarsi da un tentativo di …

"In fondo al pozzo", di Massimo Giannini

Un uomo esausto, che annaspa in fondo al pozzo. Sommerso dagli scandali sessuali, che lo inseguono dovunque, e dai guai processuali, che lo tormentano comunque. Sfibrato dalla sindrome dell´inazione che uccide il suo governo, e dalla guerra di fazione che dilania la sua maggioranza. A dispetto del solito marketing politico, Silvio Berlusconi appare così alla Direzione del suo partito, che cerca di salutare l´improbabile rinascita del leader, mentre in realtà celebra l´inevitabile autunno del patriarca. Quella di ieri, per il presidente del Consiglio, non è stata una fragorosa «chiamata alle armi», secondo il collaudato rito berlusconiano degli anni roventi. È stato l´esatto contrario: un sommesso «inno alla debolezza». Nella forma psicologica: il premier è apparso provato, a tratti dimesso, e alla fine addirittura commosso. Nella sostanza politica: il premier ha poco da dire, e nulla da dare. La risposta alle domande inquietanti del «Ruby-gate» è fiacca e del tutto implausibile (stavolta non solo il trito «complotto delle toghe rosse e dei comunisti», ma niente meno che «una vendetta della malavita»). Soprattutto, la replica alle questioni …

"Serrande abbassate contro i tagli Il 12 novembre protesta dei musei", di Elena Masuelli

Il mondo della cultura sciopera: «La Finanziaria è insostenibile» “Porte chiuse, luci aperte sulla cultura”. Lo slogan scelto per la manifestazione racconta tutto il senso della serrata che il 12 novembre punterà il dito contro le conseguenze provocate sul settore dalla Finanziaria. Chiusi centinaia di musei, biblioteche, siti archeologici e luoghi di spettacolo, in decine di comuni di tutta Italia, «per richiamare l’attenzione sugli effetti dirompenti che la manovra avrà già dal prossimo anno, e per riaffermare il diritto alla cultura». A promuovere la mobilitazione Federculture e Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, con il sostegno del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, per contestare non solo i tagli, comunque molto consistenti: 280 milioni tra quelli diretti al ministero dei Beni e le attività culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali, cui si aggiungono le riduzioni a carico delle amministrazioni locali, che potrebbero essere di circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio, ma l’insieme delle norme della Legge 122/2010 «che prospettano uno scenario insostenibile nel quale sono messe a repentaglio la politica …