Senza soldi né finanziamenti«Chiude il Museo della Liberazione», di Paolo Brogi
L’annuncio del presidente in una cerimonia pubblica: dal 2 gennaio dovremo affidarci ad un commissario. «Dai Beni Culturali un terzo dei fondi promessi». Ora tocca a via Tasso. A gennaio con tutta probabilità si chiude. Il museo, ex carcere romano delle Ss di via Tasso, tristemente noto per le sevizie inflitte dai nazisti in particolare agli ebrei della Capitale rischia di non dover riaprire più nel 2011. Ad annunciarlo domenica nel corso di una cerimonia pubblica il presidente del Museo, il professore Antonio Parisella. La ragione, sempre la stessa: finanziamenti che vengono meno, con un bilancio già magrissimo da tempo. Nel 2010 assegnato solo un terzo di quanto atteso. «In queste condizioni non ce la facciamo più», ha annunciato Parisella. CHIUSURA E COMMISSARIO – «Nel momento in cui – insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed al generale Vittorio Barbato e al commissariato alle onoranze ai caduti del Ministero della Difesa – il Museo storico della Liberazione viene onorato con l’assegnazione dell’importante riconoscimento del Premio “Sasso della Montagna della Pace”, debbo dare a tutti …
