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"Caro bebè, quanto ci costi il primo anno di vita è un salasso", di Monica Rubino

Indagine Federconsumatori sugli aumenti delle spese per mantenere un bambino nei primi 12 mesi. Le cifre sono da capogiro: si va da un costo minimo di 6.119 euro ad un massimo di 13.486. La nascita di un bambino è sempre un lieto evento che, però, comporta per le famiglie costi da non sottovalutare. Il calcolo arriva da Federconsumatori che ha effettuato un’indagine a livello nazionale sugli aumenti delle spese per mantenere un bambino nel primo anno di vita. Le cifre sono da capogiro: si va da un costo minimo complessivo di 6.119 euro ad un massimo di 13.486, con un aumento rispetto al 2010, rispettivamente del 5% e del 4%. I prodotti in cima alla lista nera? Il biberon, il bagnetto la culla e tutto ciò che è necessario per l’igiene, dai pannolini alle salviette umidificate.

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Aumentano i beni primari. I rincari rilevati da Federconsumatori fanno riferimento a beni di consumo primari nella vita di un bambino come ad esempio il latte, le pappe o i pannolini. Entrando nel dettaglio, se per i pannolini bisogna mettere in conto fra i 600 e i 990 euro l’anno (in aumento del 3% rispetto al 2010), per pappe e latte la spesa varia fra 1.458 e 3.250 euro. Il caro-bebè riguarda anche i biberon: una confezione da quattro bottiglie che nel 2010 si pagava dai 22 ai 36 euro, nel 2011 costa da 28 a 44 euro (con una variazione rispettivamente del 27% e 22%). Costa di più anche lo sterilizzatore: lo scorso anno il prezzo variava tra i 47 e i 79 euro mentre oggi per acquistarlo sono necessari dai 49 agli 86 euro (con una variazione rispettivamente del
4% e 9%).

Sogni d’oro. In aumento anche le culle, passate dai 170-410 euro del 2010 ai 182-419 euro del 2011, e i lettini, che nel 2010 costavano 240-710 euro e quest’anno vanno da un minimo di 255 a un massimo di 729 euro. In salita anche il prezzo della sdraietta: dai 77-93 euro del 2010 ai 79,90-108 euro del 2011 (con una variazione rispettivamente del 7% e 16%). Infine, neanche il ciuccio è riuscito a sfuggire al trend negativo. L’oggetto consolatorio per eccellenza, infatti, è passato dai 26-44 euro del 2010 per una confezione da quattro pezzi ai 30-45 euro di quest’anno (con una variazione rispettivamente del 15% e 2%).

Pulizia. L’aumento di creme, salviette, pannolini, bagnetto e fasciatoio rendono decisamente più cara la pulizia dei bambini. Di particolare rilievo, l’incremento del fasciatoio e del bagnetto: il primo è passato dai 69-330 del 2010 ai 75-349 euro del 2011 (con una variazione rispettivamente del 9% e 6%). Vera impennata per il bagnetto: oggi costa tra i 29 e gli 89 euro mentre nel 2010 costava tra i 24 e i 75 euro (con una variazione rispettivamente del 21% e 19%).

Bimbi in movimento. Se il rincaro nell’ultimo anno di passeggini, carrozzine o seggiolini auto non arriva a percentuali molto elevate, non possiamo però non evidenziare il peso che certi prodotti hanno nel budget complessivo delle famiglie. Per un passeggino, infatti, occorre spendere fra i 159 e i 425 euro mentre per il seggiolino auto fra 146 e 213 euro. “Per risparmiare – spiega Federconsumatori– consigliamo di acquistare i cosiddetti ‘tris’, ovvero carrozzine che, a seconda di come vengono regolate, si trasformano in passeggino o ovetto per l’auto. Questa tipologia di accessori può costare tra i 329 e i 650 euro”.

La salute prima di tutto. Per le visite mediche si va da 740 a 1.750 euro l’anno anche se questo dipende dalla possibilità di avere un buon pediatra pubblico 2. “Purtroppo – sottolinea Federconsumatori- i dati confermano che raramente i medici del Servizio sanitario nazionale fanno visite a domicilio e così i genitori sono per lo più costretti a chiamare pediatri privati il che equivale a spese molto ingenti, mai inferiori a 125 euro”.

Asili nidi e baby sitter. Il rientro delle mamme a lavoro è poi un vero problema economico. Più di tre famiglie su dieci, infatti, sono costrette a chiedere aiuto a nonni e parenti, o a pagare salato per un asilo nido privato (viste le lunghissime liste di attesa dei nidi pubblici 3) o una babysitter a tempo pieno. Un mese a tempo pieno in un asilo nido privato, infatti, costa da 480 a 700 euro, mentre una baby sitter costa dagli 8 ai 9 euro l’ora.

Bonus bebè. Per aiutare le famiglie a sostenere tali costi il governo, attraverso un accordo con l’ABI, ha predisposto una misura di sostegno alle famiglie che hanno avuto un figlio o che lo hanno adottato nel 2009, 2010 o 2011. Tale misura però, a differenza del Bonus Bebè degli scorsi anni, che consisteva in un contributo a fondo perduto (ad es. in Finanziaria 2006 era previsto un assegno una tantum di 1000 euro), ora consiste in un finanziamento fino a 5mila euro (il Fondo per i nuovi nati 4), utilizzabili per qualsiasi tipo di spesa, e da rimborsare in cinque anni. Si tratta dunque di un prestito a tutti gli effetti più che di una misura a favore delle famiglie. “In un periodo di crisi come questo – conclude Federconsumatori – che sta mettendo a dura prova le famiglie noi chiediamo che venga ripristinato un reale Bonus bebè di almeno 1000 euro”.

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