Giorno: 4 Maggio 2011

Camera dei Deputati: dichiarazioni di voto di Pier Luigi Bersani sulle mozioni concernenti l'impegno italiano in Libia

Signor Presidente, vorrei rivolgere una domanda molto semplice alla maggioranza e al Governo: volete dirci a che cosa è servita precisamente questa pantomima che si è aperta tra la Lega e PdL che ha occupato per giorni e giorni giornali e telegiornali e che oggi ci porta qui in Parlamento? A che cosa è servita precisamente? Da domani che cosa cambia, signor Ministro della difesa? Lei domani darà diverse disposizioni alle nostre Forze armate? Dalla mozione si direbbe di no, dalle parole di Reguzzoni si direbbe di sì (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E il Ministro degli affari esteri quali diverse disposizioni darà alla nostra diplomazia e che cosa dirà domani alla signora Clinton? Chiederete la data? Vi hanno già risposto stupefatti e lei stesso, Ministro, ha risposto a Reguzzoni: non esiste. Chiederete di non fare occupazioni in terra? Vi diranno stupefatti: ma lo dice l’ONU. E forse vi chiederanno, loro: ma insomma, voi italiani intendete prendere per mano i missili e accompagnarli, ma non lanciarli? E voi risponderete: no, la risoluzione non …

Sbugiardati subito «La missione durerà il tempo necessario», di Umberto de Giovannangeli

Non l’hanno ancora votata, e quella mozione è già stata «bocciata» da uno dei referenti internazionali: la Nato. Fissare un limite temporale alle operazioni militari in Libia è impossibile. Ma Frattini insiste… Una pagliacciata. È il termine più soft con cui, con la garanzia dell’anonimato, autorevoli fonti Nato a Bruxelles liquidano la trovata della «guerra a termine» con cui Berlusconie Bossi hanno «risolto» il problema-Libia nella mozione che sarà votata oggi alla Camera. RIMANDATA AL MITTENTE Una figuraccia internazionale. L’ennesima inanellata dal Cavaliere prigioniero del Senatur. «La Nato non è in grado di fissare un termine alla durata della missione militare in Libia. «La missione durerà il tempo che sarà necessario», afferma il vice ammiraglio Rinaldo Veri, responsabile delle attività marittime di Unified Protector, rispondendo ai giornalisti che chiedevano una previsione sui tempi dell’operazione. Non credo che la missione sia in una situazione di stallo: stiamo procedendo in modo lento ma progressivo», rileva l’ufficiale. «È un lavoro che richiede pazienza e determinazione, ma dobbiamo continuarlo e procedere in avanti», ha aggiunto. Ad una domanda su …

"Così la Gelmini ha indebolito l’Università" di Alessandro Figà Talamanca

La “riforma Gelmini” dell’università ha acquistato una valenza politica che va ben oltre i suoi modesti contenuti. È vantata dal centro destra come prova della capacità di riforma del governo, della maggioranza e della minoranza di destra, mentre, a sinistra, è stata oggetto di proteste e critiche che sembravano ignorarne i contenuti specifici. A oltre due mesi dalla entrata in vigore della “riforma”, è forse il momento di esaminarne le conseguenze immediate, visto che gli effetti sul lungo periodo, sembrano incerti. Osserviamo prima di tutto che la nuova legge, come quasi tutti gli interventi legislativi sull’università degli ultimi quarant’anni, riguarda quasi solo il personale docente e non affronta i problemi del sistema universitario nei suoi rapporti con gli studenti e la società. È ignorato, in particolare, il problema degli abbandoni (in parte fisiologici) ed il più grave problema dei ritardi negli studi universitari. Non è una sorpresa. Negli anni settanta e ottanta erano i sindacati a promuovere “riforme” che, ovviamente, riguardavano le “categorie” da essi rappresentate. Oggi la “riforma” è stata promossa da alcuni professori-opinionisti, …

"Una carta dei diritti contro la giungla del lavoro precario", di Enrico Rossi*

Diciamo spesso, o scriviamo, “lavoratori atipici”. Ma che senso ha questo aggettivo quando ormai sono milioni quelli che si aggirano nella giungla dei contratti precari? È un mondo ormai vastissimo, per lo più popolato da giovani,una realtà che preoccupa, spaventa e ci impone di affrontare il problema per fermare una deriva che minaccia il futuro del Paese. In questi mesi, in Toscana, pur nei limiti dei mezzi a disposizione, stiamo cercando di dare senso al valore del lavoro e alla dignità della persona. Abbiamo varato un progetto e trovato le risorse (30 milioni di euro) per disciplinare tirocini e stage, mettendo vincoli ben definiti per scoraggiarne l’uso distorto cresciuto negli ultimi anni. Stage e tirocini non devono essere occasioni di sfruttamento del lavoro, ma strumenti utili per lavoratori in formazione. Per questo abbiamo firmato intese con sindacati, organizzazioni di categoria e lo stiamo facendo con le associazioni professionali. Con la Carta dei tirocini e degli stage abbiamo definito i soggetti promotori, le modalità di attivazione e di applicazione, la durata e il trattamento economico. Approveremo …

"Tremonti pigliatutto", di Raffaella Coscioli

Verso il consiglio dei ministri che consegnerà il fondo di garanzia per le pmi al superministro. Il pressing dura da oltre tre mesi, ovvero da quel 2 febbraio quando un sorridente Silvio Berlusconi annunciava ai microfoni del Tg1 la famosa «scossa all’economia». Domani, a quasi 90 giorni dal varo del complesso quanto fumoso pacchetto di stimoli all’economia sul quale il ministro dell’economia non aveva messo la faccia preferendo prendere il treno con Bonanni e Angeletti per un grand tour al sud, il governo ci riprova. Nel mezzo ci sono un dl antiscalate che è stato approvato ieri dalla camera e passerà al senato; un decreto omnibus che, oltre allo stop al nucleare e a un parziale ripristino del fondo per la cultura con l’aumento delle accise, contribuisce a gonfiare di fatto l’inflazione in Italia con inevitabili riflessi a fini statistici sul Pil nominale. Ci sono poi le nomine nelle società pubbliche e un nuovo attivismo della Cassa depositi e prestiti. Oltre a un Def di contenimento in cui di sviluppo non c’è traccia. Insomma, in …

«Adesso la Fiom torni a trattare», intervista a Cesare Damiano

Pensa che la vittoria a stragrande maggioranza dei sì significhi una sconfitta della Fiom? «Non c’è dubbio che sia emersa una contraddizione tra la rappresentanza unitaria della ex Bertone e il gruppo dirigente della Fiom. Per quanto nella concezione del sindacato sia normale che le strutture di base, essendo espressione del voto dei lavoratori delle aziende, abbiano un loro margine di automonia, non c’è dubbio che una contraddizione così evidente come quella emersa in questi giorni in quello stabilimento apre un problema». «Personalmente, penso che la Rsu abbia fatto la scelta giusta votando sì al referendum. Ma penso anche che sia un’opportunità da cogliere per riaprire un dibattito serio, all’interno di quel sindacato, sulla strategia da intraprendere per non rischiare l’esclusione progressiva da tutti i tavoli di contrattazione. La Fiom deve riflettere sul proprio futuro. E credo che sia utile ricordare, in proposito, che la minoranza riformista guidata da Fausto Durante ha espresso coraggiosamente la stessa posizione assunta dalla Rsu della ex Bertone». «Io penso dunque che la decisione di votare sì sia una decisione …

"Il Mostro di Al Qaeda", di Barbara Spinelli

Festeggiata con grida di trionfo negli Stati Uniti, l´uccisione di Bin Laden crea nelle menti più sconcerto che chiarezza, più vertigine che sollievo. La storia che mette in scena somiglia ben poco a quel che effettivamente sta accadendo nel mondo: è parte di una guerra contro il terrore che gli occidentali non stanno vincendo in Afghanistan, e da cui vorrebbero uscire senza aver riparato nulla. È un´operazione che rivela la natura torbida, mortifera, dell´alleanza tra Usa e Pakistan: una potenza, quest´ultima, che usa il terrorismo contro Afghanistan e India, e che per anni (cinque, secondo Salman Rushdie) ha protetto Bin Laden. Che lo avrebbe custodito fino a permettergli di costruirsi, a Abbottabad, una casa-santuario a 800 metri dal primo centro d´addestramento militare pakistano. Ma l´operazione nasconde due verità ancora più profonde, legate l´una all´altra. La prima verità è evidente: Bin Laden era già morto politicamente, vanificato dai diversi tumulti arabi, e la cruenza della sua esecuzione ritrae un Medio Oriente e un Islam artificiosi, datati, che ancora ruotano attorno a Washington. Il terrorismo potrebbe aumentare, …