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"L´applauso è stato un malinteso quelle morti sconfitta anche per noi", di Roberto Mania

Dottor Gattegno, da tre anni lei ha la responsabilità del Comitato per la sicurezza della Confindustria. Perché sabato scorso a Bergamo avete applaudito l´amministratore delegato della Thyssen Herald Espenhahn, condannato a sedici anni e mezzo con l´accusa di omicidio volontario per la strage del 2007 in cui sono morti sei operai? Quali sono i meriti del signor Espenhahn, tali da giustificare un lungo applauso?
«Purtroppo io a Bergamo non c´ero. Tuttavia l´applauso c´è stato quando l´amministratore delegato della Thyssen, pur avendo subito una condanna così grave, ha detto che il suo gruppo continuerà a investire in Italia, paese nel quale Espenhahn vive con la sua famiglia. I suoi figli – ha detto – parlano meglio il dialetto ternano che il tedesco. Su questo punto è scrosciato l´applauso».
Veramente è stata la presidente Emma Marcegaglia a riferire a noi giornalisti dell´applauso senza far riferimento alle affermazioni di Espenhahn. La conferenza stampa si può rivedere anche sul sito del Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria, e la Marcegaglia dice testualmente: “Come forse sapete, era presente l´ad di Thyssen, Espenhahn. Ovviamente su questo punto è stato molto applaudito”.
«Io ho parlato con la presidente e mi ha detto che l´applauso è scattato forte quando Espenhahn ha ribadito la presenza del suo gruppo in Italia. È il punto a cui implicitamente fa riferimento la Marcegaglia. Le garantisco che questa è la versione vera. Versione confermata da diversi colleghi con cui ho parlato. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta anche per le imprese».
Eppure ci sono imprenditori che sostengono di non aver applaudito e di essersi trovati in imbarazzo.
«Avremo parlato con persone diverse».
La Marcegaglia ha detto anche che la sentenza di Torino è un unicum in Europa con il ricorso al reato di omicidio volontario…
«Ha perfettamente ragione la presidente. Non c´è alcun paese europeo che abbia condannato per omicidio volontario un manager di un´azienda in cui si è verificato un incidente mortale».
Sì, ma la domanda è: non ritiene che sia un unicum nella civile e ricca Europa anche la strage alla Thyssen?
«Noi abbiamo sempre espresso la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime. Non conosco la dinamica dell´incidente ma non siamo certo contrari alle sanzioni. Leggeremo le motivazioni della sentenza. Certo quando tutti noi comuni mortali parliamo di omicidio volontario pensiamo a qualcuno che tira fuori la pistola e ti spara. Lascio a lei ogni commento».
Ma lei avrebbe applaudito se fosse stato a Bergamo?
«Ho 67 anni e non mi scaldo quasi per nulla. Ma le ho già detto che l´applauso è stato fatto di fronte a un annuncio positivo. C´è stato un malinteso. Mi pare che questa vicenda sia stata strumentalizzata».
Da chi?
«No so. Non certo da me che non ero a Bergamo»

La Repubblica 10.05.11

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“Confindustria isolata su Thyssen, chiederà scusa”, di Roberto Mania

La Marcegaglia vedrà i familiari delle vittime. Ancora critiche da sindacati, Lega e Anm. Confindustria isolata. Gli applausi di sabato a Bergamo all´amministratore delegato della Thyssen, Herald Espnhahn, condannato a sedici anni e mezzo con l´accusa di omicidio volontario per la strage del 2007 nello stabilimento siderurgico di Torino nel quale morirono sette operai, hanno lasciato soli gli industriali. Tutti contro un gesto che continua ad apparire incomprensibile. E che – come ha detto l´ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano – «ha riaperto una ferita che si era chiusa con il processo».
Ieri il presidente della Regione Piemonte, il leghista, Roberto Cota, ha definito «sbagliatissimo» il gesto della Confindustria e l´ha invitata «a chiedere scusa». In qualche modo la cosa che farà nei prossimi giorni la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. Ieri lo staff della presidente si è messo in contatto con Antonio Boccuzzi, l´unico sopravvissuto alla tragedia, per fissare un appuntamento privato con i familiari delle vittime, ai quali la Marcegaglia intende spiegare come effettivamente sono andate le cose.
Intanto piovono ancora le critiche. Come quella dell´Associazione magistrati (Anm): «Si possono discutere tutte le sentenze – ha detto il segretario Giuseppe Cascini – , ma non facciamo entrare le curve da stadio nelle aule di giustizia». Che è poi un pezzo del ragionamento del segretario della Cgil, Susanna Camusso: «Confindustria ha sbagliato due volte. Ha sbagliato nel giudizio della sentenza, perché quello che è successo è stata una vera strage. E ha sbagliato anche nell´atteggiamento di chi, non condividendo nel merito una scelta, mette in discussione l´istituzione che l´ha fatta».
Il governo si è diviso: prevalentemente distaccato il Pdl ma non monolitico; critica, come si è visto, la Lega. Il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, se l´è cavata ritenendo «tendenzialmente improprio» l´applauso, mentre il titolare del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha davvero buttato acqua sul fuoco: «Il caso è chiuso. La Cisl e la Uil hanno sottolineato quanto Confindustria e i sindacati stiano collaborando sui temi della sicurezza». Che questo non sia il problema l´ha detto anche il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: «Le sentenze non si commentano ma si rispettano e se qualcuno crede di aver subito una ingiustizia e ci sono sempre due gradi di giudizio».
Tensioni, dunque, che sono riemerse ieri sera a Torino in un convegno dove un gruppo di familiari delle vittime ha contestato l´avvocato della Thyssen fino a impedire la prosecuzione della discussione.

La Repubblica 10.05.11