Giorno: 10 Maggio 2011

"L´applauso è stato un malinteso quelle morti sconfitta anche per noi", di Roberto Mania

Dottor Gattegno, da tre anni lei ha la responsabilità del Comitato per la sicurezza della Confindustria. Perché sabato scorso a Bergamo avete applaudito l´amministratore delegato della Thyssen Herald Espenhahn, condannato a sedici anni e mezzo con l´accusa di omicidio volontario per la strage del 2007 in cui sono morti sei operai? Quali sono i meriti del signor Espenhahn, tali da giustificare un lungo applauso? «Purtroppo io a Bergamo non c´ero. Tuttavia l´applauso c´è stato quando l´amministratore delegato della Thyssen, pur avendo subito una condanna così grave, ha detto che il suo gruppo continuerà a investire in Italia, paese nel quale Espenhahn vive con la sua famiglia. I suoi figli – ha detto – parlano meglio il dialetto ternano che il tedesco. Su questo punto è scrosciato l´applauso». Veramente è stata la presidente Emma Marcegaglia a riferire a noi giornalisti dell´applauso senza far riferimento alle affermazioni di Espenhahn. La conferenza stampa si può rivedere anche sul sito del Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria, e la Marcegaglia dice testualmente: “Come forse sapete, era presente l´ad di …

"Sulla magistratura si acuisce il dissidio Quirinale-Palazzo Chigi", di Stefano Folli

Nella liturgia laica della Repubblica onorare le vittime del terrorismo, e tra esse i dieci magistrati che hanno pagato con la vita il loro servizio alle istituzioni, rappresenta un tipico momento di unità nazionale. Riporta idealmente agli anni Settanta, a quei momenti tremendi e dolorosi in cui la coesione prevalse sulle divisioni. Con eccezioni anche rilevanti, s’intende. E tuttavia non è un caso se nella memoria storica gli «anni di piombo» sono ancora oggi sinonimo di unità contro l’eversione e in difesa dei valori repubblicani. A quel clima e a quel mondo di ieri si è ispirato Giorgio Napolitano. Del resto il capo dello Stato non ha mancato di sottolineare che ieri era il 9 maggio, trentatreesimo anniversario dell’uccisione di Aldo Moro. Questa ricerca insistita e persino commossa di elementi di unità, di momenti in cui il paese riesca a riconoscersi in una storia condivisa, rappresenta con ogni evidenza un messaggio che va in direzione opposta rispetto a uno scontro politico-istituzionale sempre più lacerante. Sotto questo aspetto le parole di Napolitano non si riducono a …

"La peggiore delle metafore", di Francesco Merlo

Il rimando è alla violenza fisica, al bisturi, alla spietatezza del chirurgo. Dopo la parola “cancro” non c´è più spazio per le parole. Cancro è infatti la parola terminale, fuori dalla civiltà della democrazia, oltre la detestabilità del nemico. Berlusconi l´ha usata contro i magistrati e, in polemica ipocrita e contorta, contro il presidente Napolitano, dinanzi al quale non ha osato ripeterla. Al Capo dello Stato, che rendeva omaggio alla magistratura nel giorno dedicato alle vittime del terrorismo, Berlusconi ha notificato un complimento di circostanza: «nobili parole». Lontano da lui ha invece formalizzato con un atto politico la sua fissazione e ha chiesto una commissione di inchiesta parlamentare contro «il cancro» appunto dei pm. Ha così portato il livello dello scontro alla sua soglia definitiva. La diagnosi di cancro è lo schiaffo che provoca i giudici al duello ed è un´insolenza malcelata dall´opportunismo di giornata verso Napolitano che non solo è il primo magistrato d´Italia, ma si è appunto espresso con parole opposte, solenni e commosse. Berlusconi inghiottiva lì quello che andava a sputare fuori. …