Giorno: 15 Maggio 2011

"In difesa dell'Università che amplifica il sapere", di Goffredo Fofi

Guardo con mistero e sconcerto a guerre e mafie all’interno delle facoltà. E con meraviglia alle grandi capacità che spesso si producono negli atenei. Per ovvie ragioni “di classe” non ho fatto a suo tempo l’università, un tipo di scuola riservato, allora, alle classi abbienti o alla piccola borghesia emergente. Il boom non era ancora arrivato e a Barbiana non avevano ancora scritto la “lettera a una professoressa”. Ho conosciuto, è ovvio, centinaia, forse migliaia di laureati, e anche di professori universitari, di assistenti universitari, di ricercatori universitari, sentendo a lungo (e ancora oggi) un forte sentimento di inferiorità verso coloro che l’università l’avevano fatta o la facevano. Quello di cui più soffrivo era di “non avere un metodo” nell’affrontare i miei studi e le mie letture, le mie ambizioni di inchiestatore o di critico o, un tempo, il lavoro con i bambini al di fuori delle istituzioni regolamentari. La messa in atto dei miei interessi e delle mie passioni avrebbe richiesto un’adeguata preparazione scientifica che assolutamente non avevo e non ho mai avuto. E …

Pier Luigi Bersani «Il Paese ci incoraggia Il voto può accelerare la fine di Berlusconi», di Simone Collini

Il segretario Pd: «Ovunque ho visto un partito in salute e combattivo Il premier cerca la rissa per non parlare dei problemi veri, ma questa volta il gioco non gli riuscirà. La fase iniziata col voto del 2008 è al tramonto». Pier Luigi Bersani “tira il fiato” nella sua Piacenza dopo una campagna elettorale di cui il segretario del Pd si dice pienamente soddisfatto, per quel che riguarda la sua parte. «In queste settimane si è visto chi è mosso da valori in cui crede, chi ha parlato di lavoro, di redditi, dei temi che interessano agli italiani, e chi invece cerca la rissa per eccitare gli animi, per evitare di parlare dei problemi veri e trasformare gli elettori in tifoserie contrapposte». Squadra che vince non si cambia, è il detto, e finora Berlusconi ha ottenuto belle soddisfazioni con l’accoppiata vittimismo e contrapposizione. «Finora. Ma ho l’impressione che questa volta il gioco non gli riuscirà. Girando per il Paese ho trovato un Pd in salute e molto combattivo. E sono convinto che la fase aperta …

"La sostanza di una candidatura di talento", di Giuliano Amato

I consensi da ogni parte d’Europa che hanno portato in dirittura d’arrivo la candidatura di Mario Draghi a presidente della Banca centrale europea alimentano editoriali ricolmi di orgoglio italiano. Condivido l’orgoglio, ma devo anche dire che un po’ mi mette a disagio. Ammettiamolo, è un sentimento più da Paese piccolo che grande, da tifoseria abituata a vedere lo scudetto sul petto di altre squadre, che gioisce come non mai la volta che tocca alla sua. Ma l’Italia non è uno dei Paesi fondatori, uno dei quattro grandi dell’Unione Europea? Si lo è, e tuttavia la nostra reazione a questa vicenda risponde perfettamente al modo in cui abbiamo sempre vissuto – e sempre è stato percepito dagli altri- il nostro ruolo europeo. Per ragioni storiche e perché raramente i nostri politici e i nostri funzionari hanno saputo immergersi ed integrarsi come altri nella vita comune europea, il nostro peso non è un a priori, è quello che sappiamo darci con le iniziative di cui ci rendiamo protagonisti e la qualità delle persone con cui ci facciamo …

"I moderati decidono di appoggiare l'arbitro", di Eugenio Scalfari

Nella prima delle sue «Maximes Morales» il duca di La Rochefoucauld scrive che «L´amore per se stessi quando supera il limite diventa una perversa passione sia per chi ne è invaso sia soprattutto per gli altri che egli vuole render suoi soggetti distruggendone l´indipendenza e trasformandola in amore verso di lui. Se l´uomo affetto da tale perversa passione si trova al vertice della società, gli effetti che ne derivano sono ancora più sconvolgenti poiché ogni equilibrio tra le varie istituzioni viene distrutto ed ogni libertà confiscata». Questa massima fu scritta nel 1657. L´autore era stato da giovane uno dei capi della Fronda dei Principi, poi si ritirò da congiure e battaglie, scrisse le sue memorie e dedicò gli ultimi anni della sua vita alle riflessioni sulla politica e sulla morale. Credo di non aver bisogno di spiegare ai lettori l´attualità di questa citazione, che descrive in modo che meglio non si potrebbe il fenomeno con il quale la società italiana si sta confrontando da almeno sedici anni ed anche più se si vogliono rintracciare le …

"Alta produttività e ricerca gli «asset» della Germania", di Rossella Bocciarelli

Saranno pure meri confronti congiunturali, però lasciano di stucco: gli ultimi numeri diffusi da Eurostat descrivono un paese, la Germania, che sembra avviato verso un nuovo miracolo economico e un altro, l’Italia, per descrivere il quale bisogna rispolverare la frase attribuita a Galileo Galilei: “Eppur si muove”. Nell’ultima settimana abbiamo scoperto che il Pil tedesco viaggia al +4,9% tendenziale mentre quello italiano cammina all’1%; la produzione industriale tedesca ha una crescita annua a due cifre(+10,9%) mentre quella italiana è aumentata in un anno del 3,1 per cento. Inoltre il tasso di occupazione delle persone in età compresa fra i 15 e i 64 anni in Germania è oggi del 71,1% mentre in Italia si colloca al 56,9%, cioè 14 punti in meno. Ma anche se guardiamo al reddito delle famiglie, vediamo che nell’arco di un decennio il reddito reale di quelle tedesche è salito dell’11% e quello dei nuclei italiani è sceso del 4 per cento. Ma perché l’unico confronto con la Germania che non fa rattristare gli italiani è quello calcistico? «All’origine della forza …