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"Quanto faranno pagare ai precari per la nomina in ruolo", di Osvaldo Roman, Lino Milita e Loredana Massaro

Come è noto la sessione contrattuale realizzatasi martedì 19 luglio presso l’ARAN, per dare attuazione al piano triennale previsto dall’art. 9 del Decreto legge 70/ 11 per la nomina del personale precario della scuola, si è svolta senza l’ atto di indirizzo del Governo previsto dall’art.47, comma 3, del D.Lgs. 165/2001 e i costi economici derivanti dalle nuove nomine a tempo indeterminato, comprensivi delle ricostruzioni di carriera, non hanno tenuto conto delle disponibilità finanziarie presenti in bilancio a seguito dei futuri pensionamenti. Solo per il prossimo anno scolastico si tratta di 27 mila docenti e di 7.000 ATA.

L’intesa si limita a modificare la carriera economia per tutti i neo nominati nel prossimo triennio operando per essi la cancellazione del secondo scalone retributivo previsto dalla tabella del CCNL del 2009.
Di conseguenza i neo nominati permangono nel livello retributivo iniziale per un periodo di durata di nove anni equivalente alla somma delle permanenze attuali nel primo scaglione e nel secondo scaglione.
I costi, in termini di ricostruzione di carriera derivanti della stabilizzazione del personale sui posti disponibili e vacanti, si potranno valutare nella prevista relazione Tecnica dell’Aran.
In attesa della suddetta Relazione Tecnica si può comunque valutare il bilancio di questo “dare ed avere”. La tabella che presentiamo riporta per tutte le categorie quanto dovrà pagare il singolo precario nominato a tempo indeterminato nel corso del triennio confrontando la somma delle retribuzioni tabellari percepite durante nove anni di permanenza al livello iniziale con quelle che avrebbe percepito nel vecchio ordinamento e cioè con tre anni nel primo scalone, sei nel secondo scalone, cancellato dall’accordo e cosi via.
Per ogni qualifica il calcolo riportato nella tabella si riferisce alle diverse ipotesi di ricostruzione di carriera a cominciare dai neo assunti che partono da zero terminando con la ricostruzione relativa ad 8 anni. Ovviamente le ricostruzioni di carriera potrebbero in alcuni casi riguardare anche un numero di anni superiore calcolandosi in base la legislazione vigente (4 anni del totale del servizio preruolo più due terzi del rimanente ai fini economici e giuridici e il rimanente terzo valutato
più avanti nel tempo e in maniera differenziata per qualifiche. A tutti verrà sottratto in questa ricostruzione il triennio 2010, 2011, 2012 ai sensi del comma 23 della legge 122/10 come ribadito dal Circolare del MEF n° 12 resa nota ai primi del mese di luglio di questo anno.
I risultati di questo conteggio sono molto significativi.
Si tratta di una perdita molto alta per chi entra in ruolo senza precedenti servizi direttamente dalle graduatorie. Ciò si verifica in pochi casi ma sicuramente esistenti. Per essi si va da una perdita del collaboratore scolastico di 17.979,19 euro a quella di 31.191,29 per il docente di scuola secondaria superiore.
Ad esempio un Direttore generale dei servizi di segreteria con 8 anni di ricostruzione perde 24.201,90 euro, un docente di scuola media con 7 anni perde 20.058,30 e cosi via.
Se si considera una perdita media pro-capite di 10.000 euro la complessiva rapina a spese del personale precario, nominato nel numero presumibile di 100.000 unità, consiste nei nove anni in circa un miliardo di euro. Ciò contro un valore delle ricostruzioni per il passaggio al primo scalone che, per le stesse centomila unità di nominati, vale circa 50 milioni di euro. Ciò senza contare che con i circa 100.000 pensionati nel triennio si risparmia per ciascuno circa il 50% della retribuzione iniziale della rispettiva qualifica.
Il Piano governativo sul precariato, con tutto il suo carattere ricattatorio, rappresenta un’autentica tassa patrimoniale sul precariato!

DIFFERENZE IN EURO, PER I NEO-NOMINATI, TRA LA VECCHIA E LA NUOVA CARRIERA ECONOMICA CALCOLATE SU UNA PERMANENZA DI NOVE ANNI E IN CORRISPONDENZA AD UNA RICOSTRUZIONE DI CARRIERA DI n ANNI, (CON n CHE VA DA 0 a 8).

da ScuolaOggi 30.07.11