"La responsabilità nel paese in tempesta", di Ezio Mauro
La speculazione è partita all´assalto dell´Italia per tre ragioni ben evidenti: l´enorme massa di debito pubblico, che equivale al 25 per cento del Pil di tutta l´area euro; la debolezza e l´incertezza della manovra, che sposta le vere misure consistenti al 2013 e al 2014, affidandole in pratica al prossimo governo; lo sfarinamento della leadership di Silvio Berlusconi, che non è più garante politico ed istituzionale di nulla, né dentro il Paese né fuori, con una maggioranza puramente numerica, tarlata dagli scandali. Tutto questo è sufficiente per scatenare l´attacco all´euro attraverso la fragilità dell´Italia. Troppo grande per fallire, si diceva fino all´altro ieri del nostro Paese, troppo grande per poter essere salvato. Oggi i timori rischiano di prevalere. Siamo palesemente un Paese esposto, e purtroppo senza guida. Il Capo del governo ha capito di non essere spendibile per rassicurare i mercati, soprattutto dopo la sentenza civile Fininvest-Cir che lo descrive come corruttore. Come non sono spendibili, davanti ai fucili puntati dei mercati, le sue accuse di “rapina a mano armata” per una sentenza di risarcimento, …