"Questione economica e missioni militari Il falso pacifismo della Lega", di Luigi Bonanate
L’entità della spesa militare dipende dai fini politici che persegue, i quali — se sono buoni — non possono essere limitati dai livelli di spesa. Che per ridurre la spesa pubblica si potessero tagliare gli impegni all’estero l’aveva già pensato Obama, l’avevano seguito Francia e Gran Bretagna e ora, come al solito, ecco l’innovativa idea che la salvezza dei conti italici giungerà dall’abbandono a loro stessi di quei popoli al benessere dei quali tenevamo tanto! Delle due, una: o le operazioni militari congiunte hanno fini sacrosanti che giustificano qualsiasi tipo di spesa, per il semplice motivo che i valori che difendono non si possono sottoporre a calcoli ragionieristici (democrazia, libertà, benessere, così come salvaguardia della pace internazionale, o suo rafforzamento); oppure all’estero si va soltanto per affermare la propria potenza, per comprare qualche pozzo di petrolio in più, per scaricare delle nevrosi o per punire dei fantasmi che hanno cercato di irriderci, e che abbiamo impiegato 10 anni a scovare! Avremmo creduto che le ragioni che giustificano gli impegni militari internazionali degli stati dipendessero da …