Giorno: 13 Ottobre 2011

"Meglio precari oggi che servi per sempre", di Ilvo Diamanti

La settimana prossima riprenderò a insegnare. A Urbino. Dopo molti mesi di assenza forzata. Insegnare, d’altronde, è un privilegio. Come leggere e studiare. Molte persone lo fanno “gratuitamente”. Per curiosità, interesse. E per piacere. Io vengo stipendiato, per farlo. E ho la fortuna di incontrare i giovani – ogni anno diversi. (Spesso, mi viene in mente il protagonista de “Il Sipario ducale”, scritto da Paolo Volponi. Ambientato a Urbino. Un anziano intellettuale anarchico, che, a volte, attendeva l’uscita degli studenti del liceo e si perdeva in mezzo a loro. Per sentirsi giovane. E libero). Dedicherò il mio corso, come avviene da alcuni anni, al tema dell’opinione pubblica. In particolar modo, al rapporto tra opinione pubblica e democrazia rappresentativa. Mi interrogherò, dunque, sulla coerenza e sulla concorrenza fra i sondaggi e le elezioni. Tra il marketing politico e la partecipazione. Argomenti, mi rendo conto, che non offriranno agli studenti competenze utili, spendibili, sul mercato del lavoro. Non serviranno loro a cercare e a trovare un impiego, domani. Neppure a farsi largo nel mercato politico. Gran parte …

Un discorso penoso che non dà risposte su come risolvere la crisi

Berlusconi chiede la fiducia alla Camera semi deserta. Nessun passo indietro e nessuna risposta alla crisi economica e sociale. Bersani: “Stanno stracciando la dignità del Parlamento e noi non vogliamo che poi la gente pensi che siamo tutti nel mucchio”. Letta: “Quelle di Berlusconi sono parole che confermano la volontà di non farsi carico di un problema, confermano che questo governo non ce la fa, perché la bocciatura del Rendiconto non è stato un incidente di percorso”. Finocchiaro: “Un Berlusconi arrogante, non trova di meglio che ripetere l’ennesimo discorso fotocopia dei tanti fatti in questi mesi” Non c’è stata nessuna risposta alla crisi. C’era da prevederlo, anzi era assolutamente scontato. Berlusconi ha parlato alla Camera davanti ad una platea semi deserta, sorretto da applausi telecomandati e annunciando che tutto va bene e non esistono alternative. Parole vuote che significano che per l’ennesima volta, il premier è distante dalla realtà e non vuole farsi carico dei problemi che la crisi ha prodotto. Per Berlusconi, la bocciatura del governo sul Rendiconto generale dello Stato è stato solo …

"Solo gli italiani possono salvare l'Italia" di Mario Draghi

Gli interventi realizzati nella scorsa estate avviano la finanza pubblica italiana lungo un sentiero di maggiore sostenibilità. Ma ciò non basta. Senza aggredire alla radice il problema della crescita lo stesso risanamento della finanza pubblica è a repentaglio. Abbiamo più volte indicato gli interventi necessari in ambiti essenziali per la crescita come la giustizia civile, il sistema formativo, la concorrenza, soprattutto nel settore dei servizi e delle professioni, le infrastrutture, la spesa pubblica, il mercato del lavoro, il sistema di protezione sociale. L’obiettivo di rilanciare la crescita è finalmente oggi largamente condiviso, ma l’adozione delle misure necessarie si è finora scontrata con difficoltà apparentemente insormontabili. Eppure, sia la storia sia gli elementi positivi che oggi pur si colgono nel Paese mostrano che esso non è al di sopra delle nostre possibilità. Nel 1950 pochi osservatori avrebbero scommesso che nel giro di un paio di decenni l’Italia sarebbe diventata una economia industriale europea. Il Paese dimostrò allora una straordinaria capacita di adattare le tecnologie importate alle condizioni del Paese, di utilizzare per la moderna industria l’inventiva …

"«La Gelmini ha fatto risparmiare milioni» Presidi, bufera sui test", di Luciana Cimino

Domande d’inglese come slogan sull’operato del Miur nei test per la preselezione dei nuovi dirigenti. «Umiliati e mortificati nella nostra professionalità », dicono i professori che hanno sostenuto la prova. Propaganda pro-Gelmini mascherata da domande d’esame. È successo anche questo ieri mattina durante lo svolgimento delle preselezioni dell’atteso concorso per il reclutamento di 2.386 dirigenti scolastici. I candidati sfogliando il librone dei quesiti, arrivati alla sezione sulla conoscenza della lingua straniera si sonotrovati davanti la seguente domanda (numero 231): «Italian Education Minister, Maria Stella Gelmini, claims new reforms save millions of euros » (trad.: il ministro dell’educazione rivendica di aver fatto risparmiare con le nuove riforme milioni di euro). Risposte possibili: A save, B saves, C would have saved,Dwere saving. Assodato dunque, almeno secondo la domanda su cui i candidati si dovevano esercitare, che la tanto contestata ministra abbia fatto invece una “riforma epocale”. E per ribadire il concetto, il quesito10 recita: «The government has recently invested a lot of money in higher education» (trad.: “il governo ha investito molti soldi nell’educazione superiore”). E poi …

"Il Colle striglia Berlusconi: basta col tirare a campare", di Francesco Lo Sardo

Punto primo. «Potete anche votare la fiducia a Berlusconi. Ma poi vi attendono molti, impegnativi adempimenti cui si deve corrispondere. Siete sicuri di potercela fare?». Punto secondo. «Tocca a Berlusconi, d’intesa con Fini e Schifani e i capigruppo di camera e senato, trovare una soluzione per approvare il rendiconto di bilancio». Non che l’abbia detta così, Giorgio Napolitano. Però è esattamente così che ieri, continuando a litigare su tutto ma concordando almeno su quest’univoca interpretazione, i vari pezzi dello sbrindellato Pdl hanno letto le due note del presidente della repubblica. Il quale ha messo nero su bianco le sue severe osservazioni sulle preoccupanti e incerte conseguenze politico-istituzionali della catastrofica débâcle parlamentare della maggioranza sul rendiconto di bilancio, in un momento di grave crisi economica dell’Italia di Berlusconi, giunta a raschiare il fondo della sua ormai residua e infima credibilità internazionale. È stata un’altra giornata convulsa per Berlusconi, quella di ieri, dopo la notte d’inferno a palazzo Grazioli: per cercare di tappare rapidamente la micidiale falla che s’è aperta nello scafo della bagnarola del governo, il …

"Csm: prescrizione breve troppi processi a rischio. Barricate in Senato", di Giuseppe Vittori

Mentre le opposizioni ostacolano in Senato, con l’arma dell’ostruzionismo, il cammino della cosiddetta prescrizione breve, l’ultima legge ad personam che potrebbe salvare Berlusconi da una condanna nel processo Mills, Csm e Anm continuano a lanciare allarmi sugli effetti della norma. «Finirebbe per portare a morte sicura un numero molto considerevole di processi», ha ribadito ieri il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. «Ricordiamoci – ha sottolineato- che siamo già sotto osservazione da parte dell’Unione europea. Noi dobbiamo fare processi in tempi ragionevoli: la soluzione non è quella di ammazzare il processo prima che arrivi alla fine ma quella di celebrarlo in tempi più ragionevoli». «Nel processo non c’è solo l’interesse dell’imputato – ha detto Vietti -ma anche quello della parte civile, che da una estinzione prematura del processo sarebbe beffata». La prescrizione breve è «un’amnistia mascherata», in particolare per «delitti come la corruzione», ha rincarato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Luca Palamara. Martedì il segretario Anm Cascini aveva parlato di «un milione di processi all’anno» a rischio di finire almacero. «L’Italia, inquesto modo, si mette …

"Via dall´aula quando parla il premier non saremo complici della paralisi", di Annalisa Cuzzocrea

Il compromesso raggiunto in un vertice dei capigruppo Bersani: “Quella di oggi non sarà una fiducia ordinaria, bisogna segnare uno stacco”. Scelgono il vuoto e il silenzio, le opposizioni. Per dire che questo non è un voto di fiducia qualunque, che davanti alla caduta sul rendiconto dello Stato il premier avrebbe dovuto dimettersi, Pd, Idv, Udc, Fli, Api e Libdem non saranno in aula. Stamattina alle undici Silvio Berlusconi parlerà a un emiciclo semivuoto, farà promesse e prenderà impegni davanti ai deputati della maggioranza, completamente ignorato da centrosinistra e terzo polo. Che non prenderanno parte neanche al dibattito, o alle dichiarazioni di voto. Silenzio, appunto, per dire più forte che la frattura è grave e non sanabile. «Per far salire la tensione e drammatizzare la crisi», spiega un dirigente del centrosinistra. Rientreranno solo al momento del voto di fiducia, probabilmente già domani a mezzogiorno. E voteranno il loro no quindi, «per rispetto delle istituzioni repubblicane e del Parlamento». Insomma un Aventino a metà. La decisione è il risultato di riunioni incessanti: ieri mattina a Montecitorio …