Giorno: 28 Ottobre 2011

«La scuola non argina più l'ignoranza», di Graziella Priulla *

L’istruzione pubblica sotto la lente d’ingrandimento di una docente. Nel libro di Graziella Priulla, di cui pubblichiamo le conclusioni, è contenuta una grande mole di dati che segnalano il declino di una istituzione. Che cosa vogliamo lasciare all’Italia che verrà? Che cosa il mondo adulto organizzato vuole che sappiano le nuove generazioni, in Lombardia come in Sicilia? E a monte: la cultura riguarda la nostra vita? ha a che fare con il modo di passare le giornate, con la capacità di convivere civilmente? Come convincere i ragazzi che serve? Come gettare un ponte percorribile tra le loro menti e ciò che di meglio l’umanità ha prodotto, senza ingessarsi su modelli di cent’anni fa? Quali saperi restano, quali si sostituiscono?Come conciliare elementi di lungo periodo con elementi la cui utilità è legata a fattori transitori? NESSUN CONFRONTO SERIO Da anni non conosciamo un dibattito serio su quale debba essere la formazione più idonea per giovani che appartengono interamente al XXI secolo. In un contesto di definanziamento selvaggio, di classi superpopolate, di demotivazione e disaffezione dei docenti …

""Troppo Costoso" perché è fallito il patto sul clima", di Danilo Taino

L’era di Kyoto è alla fine. Non è stata un successo. Il Protocollo ratificato da 191 Paesi (ma non dagli Stati Uniti) doveva agire da moltiplicatore degli sforzi per limitare il surriscaldamento del pianeta: per qualche tempo c’è riuscito ma non nella misura voluta. Ora sta lentamente spegnendosi. In un rapporto pubblicato ieri dalle Nazioni Unite e dal World Resources Institute di Washington si legge che «le emissioni (di gas serra, ndr) stanno ancora crescendo e gli impegni per azioni di riduzione future, in aggregato, sono inferiori a quanto la scienza suggerisce essere necessari». Soprattutto, succede che la crisi finanziaria mondiale ha bloccato — anzi, ha fatto retrocedere — molti degli sforzi che si stavano facendo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra: nessuno vuole più prendere impegni, costa troppo. Stati Uniti, Canada, Giappone e Russia hanno già comunicato che non firmeranno alcun nuovo accordo vincolante quando il regime attuale di Kyoto cesserà, a fine 2012; i Paesi emergenti, guidati da Cina e India, hanno confermato, se ce n’era bisogno, che non penderanno …

"Altro che moderati", di Francesco Cundari

In una democrazia che funziona, in condizioni normali, i programmi di governo si sottopongono agli elettori, non alle banche e nemmeno ai rappresentanti di altre istituzioni. Ma l’Italia, lo sappiamo, non è in condizioni normali, e dell’aiuto della Bce dunque delle autorità e dei partner europei ha un disperato bisogno. Il governo che ha la prima responsabilità di avere portato l’Italia a questo punto, ovviamente, non ha la forza, la credibilità e neppure gli argomenti per garantire l’interesse nazionale in un momento tanto difficile. Ma l’idea stessa di una lettera di impegni per profonde riforme economiche firmata dal presidente del Consiglio e non sottoscritta nemmeno dal suo ministro dell’Economia, che anzi lascia intendere su tutti i giornali di non condividerla affatto, rappresenta un salto di qualità. Con quella lettera il governo italiano ha compiuto infatti una scelta precisa, e niente affatto scontata. Le strade di Silvio Berlusconi e di Giulio Tremonti non si sono divise attorno a una questione da poco, ma sul cuore della strategia di politica economica e sociale del centrodestra di oggi, …

"Gli immigrati al tempo della crisi", di Fabrizia Bagozzi

La Caritas presenta il suo rapporto annuale sugli stranieri. Sono ormai il 7,5% della popolazione italiana, anche se sul piano numerico non sono molti di più rispetto all’anno scorso (poco meno di 5 milioni), sono sempre più radicati nel nostro paese anche se inevitabilmente si trovano esposti alla crisi più degli italiani, pur facendo meno fatica e rientrare nel mercato del lavoro (dequalificato, sommerso e irregolare: un altro campo da gioco rispetto al nostro). Il tradizionale rapporto di Caritas Migrantes sull’immigrazione in Italia – giunto alla sua ventunesima edizione – ci restituisce l’istantanea di una situazione ormai consolidata, pur se attraversata in pieno dall’impasse dell’economia e ostacolata dal combinato disposto di una legislazione ostile (senza scomodare il reato di clandestinità su cui si è messa di traverso la Corte di giustiza europea, basta ricordare un permesso di soggiorno che dura solo 6 mesi dopo la perdita del lavoro), da una burocrazia lenta e farraginosa e da una politica dei flussi di ingresso poco realistica. Elementi a cui del resto fa da contraltare una strategia di …

"Pd-Udc-Idv, asse per un governo di transizione", di Goffredo De Marchis

«Per l´opposizione è il momento della verità», dice Pier Ferdinando Casini dopo aver visto ancora una volta il leader del Pd Bersani. È l´annuncio di una possibile sinergia tra Terzo polo, Pd e Idv per collegarsi ai movimenti degli “scontenti” del Pdl, alla loro lettera per il «passo indietro» di Berlusconi. Se questa fronda (smentita dai frondisti) dovesse prendere corpo nelle prossime ore, le minoranze avvierebbero una raccolta di firme sotto una petizione che chiede le dimissioni del premier. Obiettivo naturale: 316 adesioni, cioè la maggioranza assoluta della Camera. Una sfiducia sostanziale, anche se non formale, in grado di convincere il premier a rimettere il mandato. Nel ‘94 andò proprio così, senza il passaggio parlamentare. «Dobbiamo trovare 10 Versace», dice un deputato del Pd alludendo alla fuga dal Pdl del deputato-stilista. E la speranza di un governo tecnico tornerebbe ad accendersi. Di questa strategia, costruita sull´inaffidabilità del governo a varare sul serio le riforme contenute nella lettera alla Ue (Casini sostiene che «mette i ricchi contro i poveri» e Bersani parla di «merce usata»), il …

"Le spese allargate del Ponte sullo Stretto", di Gian Antonio Stella

San Francesco da Paola, che passò lo Stretto camminando sul mantello steso sulle acque, resterà ancora per un pezzo l’unico ad aver fatto il miracolo. Dopo lustri di proclami, San Silvio Berlusconi ha ieri ordinato ai suoi fedeli alla Camera di votare (ahilui…) la rinuncia al ponte di Messina. «A me m’ha rovinato ‘a guera», diceva il mitico Gastone di Ettore Petrolini. «A me la crisi» dirà il Cavaliere, mortificato dall’abbandono del sogno di consegnare alla storia quella che doveva essere «l’ottava meraviglia del mondo». Solo una settimana fa il suo ministro Altero Matteoli (che ai primi di luglio si era lagnato in una lettera al Corriere dei «toni disfattistici» con cui Sergio Rizzo aveva smascherato lo stallo delle grandi opere) dichiarava all’Ansa che il ponte «per il governo italiano è una priorità». Di più: «Sono destituite di fondamento talune dichiarazioni strumentali su una “bocciatura” da parte dell’Ue dell’opera. Così non è, com’è di tutta evidenza. Disponiamo invece di un progetto definitivo il cui iter di approvazione è in corso mentre le fasi di realizzazione …

"Tagli all’editoria, se il bavaglio del governo costerà più del sostegno", di Gabriella Monteleone

L’incertezza è regnata ogni anno con questo governo. Fondi sì, no, forse. Ora non si balla più: cento testate no profit, edite da cooperative e politiche chiuderanno, almeno cinquanta già da dicembre. Non è il “solito” allarmismo. L’intendimento è proprio quello di spegnere la “musica” e la crisi economica, pure innegabile, c’entra poco. Perché i tagli al fondo dell’editoria che massacreranno pluralismo dell’informazione e posti di lavoro costeranno ben più del presunto risparmio, oltre a non essere certo decisivi a sanare i conti dello stato. È ora di fare chiarezza e di non aggrapparsi al pretesto “Lavitola-Avanti!” e al qualunquismo diffuso che mette nel calderone della casta e dei privilegiati anche le risorse per l’informazione vera, anche se scomoda. Perché i 194 milioni previsti dal Fondo per il 2011 (e tre anni fa erano 450) sono «apparenti : Tremonti con la legge di stabilità ne ha eliminati 75. Dei restanti 119 ne andranno via 50 per il debito che lo stato ha con Poste italiane (per facilitare le spedizioni) e altri 40 servono per il …