Giorno: 30 Ottobre 2011

"La forbice sempre più esasperata", di Guido Rossi

Due notizie ampiamente riportate ieri sulla prima pagina del Sole 24 Ore hanno collegato il loro contenuto con quelli della conferenza organizzata a Milano dal Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale e dalla Fondazione Cariplo, sulle disuguaglianze economiche e sociali, con la straordinaria partecipazione, a livello internazionale, di personalità del mondo istituzionale e accademico. La prima notizia riguarda l’incredibile, preoccupante aumento di circa il 50% dei compensi dei top manager inglesi; la seconda concerne l’altrettanto preoccupante situazione delle banche tedesche e francesi, ricolme di titoli tossici e di bond greci, la cui situazione è giudicata a livello europeo meno allarmante rispetto a quella delle ben più sane banche italiane. La prima considerazione che deve essere fatta e dalla quale non si può assolutamente prescindere, qualunque sia la valutazione dell’attuale crisi, è che purtroppo la situazione sia in Europa, sia negli Stati Uniti, e nel resto del mondo, continua senza nulla cambiare, ad esasperare l’ineguaglianza globale in termini sia oggettivi sia soggettivi, con il disperato aumento della povertà, alla quale globalmente corrisponde una spaventosa concentrazione …

"L'Europa imperfetta e diffidente", di Giuliano Amato

Diciamo la verità. In questa Europa nella quale ciascuno ha preso a sentire la compresenza dell’altro come fonte di fastidi e di sgraditissimi vincoli, soprattutto nell’Eurozona, si comincia a guardar fuori ai Paesi liberi di fare quello che ritengono delle loro economie e delle loro valute e si sente per loro una inconfessabile invidia. Gli Stati membri più indebitati, sotto il peso delle condizionalità che devono subire e schiacciati dal mercato appena il cancelliere tedesco o il presidente francese storcono il naso nei loro confronti, notano che il Regno Unito e il Giappone, con debiti non meno pesanti, sono trattati dal mercato assai meglio. Ma anche nei Paesi forti come la Germania sta crescendo l’insofferenza, davanti agli esborsi, reali e potenziali, dovuti a responsabilità che i loro cittadini ritengono a buon diritto altrui. Eccoci allora a sentirci tutti insieme come se l’euro, anziché essere un grande e comune beneficio, fosse una gabbia in cui ci siamo cacciati e come se, dovendo stare insieme nella gabbia, la cosa migliore fosse per noi ignorare le buone ragioni …

"Il Pd primo partito tiene il Pdl a distanza ma cresce la sfiducia", di Carlo Buttaroni

Pd primo partito, centrosinistra in vantaggio di 11 punti sulla coalizione di Governo e consolidamento di un’area terzo-polista che, secondo la rilevazione, negli ultimi mesi si colloca stabilmente tra l’11% e il 13%.Sono questi i dati più rilevanti dell’indagine Tecné sulla situazione politica e sui flussi di voto. La crisi economica, quindi, fa sentire i suoi effetti. La ricerca evidenzia, infatti, una diminuzione costante di consensi al partito del Presidente del Consiglio (-4,5% rispetto ad aprile 2010 e -12,4% rispetto alle politiche 2008) e all’alleanza formata da PDL, Lega nord e Destra (-7,5% rispetto ad aprile e -13,6% rispetto alle politiche). Il sorpasso del centrosinistra è iniziato poco prima dell’estate alimentandosi anche della mobilitazione referendaria sull’acqua e sul nucleare ed è maturato negli ultimi mesi con l’inasprirsi della crisi finanziaria. Ad aprile le due principali coalizioni si trovavano in una situazione di sostanziale parità; a giugno il centrosinistra registra un vantaggio di quasi 4 punti, che diventano 8 a luglio e 11 tra settembre e ottobre. Quanto la crisi finanziaria si avviti con la crisi …

"Bersani: siamo un collettivo basta divisioni giovani-vecchi", di Simone Collini

“Oggi avviamo un progetto che non ha precedenti nella storia della politica italiana”, dice Pier Luigi Bersani arrivando a Napoli per inaugurare una scuola di formazione riservata a ragazzi under-35 dellemregioni del Mezzogiorno che durera un anno (attraverso appuntamenti come questo e soprattutto mediante la costruzione di una rete on-line) e che sara poi estesa anche alle regioni del Nord. “Mi sembra una notizia no?”, e sorride. “Ma se devo essere proprio sincero….” Il leader del Pd sa bene qual e l’attenzione mediatica riservata al Big Bang di Matteo Renzi e quale a questo appuntamento. Ma non si scandalizza, anzi ai duemila ragazzi che lo salutano con una standing ovation alla Mostra d’oltremare dice innanzitutto: “Stiamo facendo formazione alla politica, e allora la prima cosa da imparare e l’autonomia della politica. Rapporti amichevoli con la comunicazione,ma guai ad esserle subalterni. Anche perche il mestiere della politica non e il mestiere della comunicazione”. Inevitabile, in una giornata come questa, andare col pensiero alla Leopolda. Anche perche Bersani dedica una parte dell’intervento con cui apre Finalmente Sud …

"L’indignazione si aggira per il pianeta", di Giuliano Battiston

Zygmunt Bauman guarda al nuovo movimento internazionale e spiega come la protesta sia diversa in ciascun Paese perché è diverso il muro che vuole abbattere per costruire un mondo più giusto di quello attuale Abbiamo incontrato Zygmunt Bauman a Roma, in occasione della sua lectio magistralis su Quali sono i problemi sociali oggi?, nell’ambito della Terza edizione del Salone dell’editoria sociale di Roma. Nei suoi testi cita spesso una frase di Cornelius Castoriadis: «Ciò che non va nella società in cui viviamo è che ha smesso di mettersi in discussione». In un mondo in cui le vecchie coordinate della modernità solida stanno scomparendo, come individuare le domande più pertinenti e i problemi sociali a cui rispondere con più urgenza? «Viviamo in un tempo di vuoto (simile all’“interregnum” dell’antica Roma), un periodo in cui i vecchi metodi con cui facevamo andare avanti le cose risultano inefficaci, mentre non ne sono stati ancora inventati di nuovi. È un periodo di cambiamento, non di transizione, perché “transizione” implica un passaggio da un “qui” a un “lì”, e sebbene …

"Val d’Aosta, il paradiso dei baby-pensionati", di Pierangelo Sapegno

Quando le cose vanno male, sono i numeri il nostro nemico. Non ce n’è mai uno che vada bene. Gli ultimi dicono che il record dei baby pensionati è della Val d’Aosta, regione autonoma, bella, pulita, mai in passivo, o quasi mai: 2213, uno ogni 57 abitanti, per una sberla che costa allo Stato 38 milioni di euro l’anno. Poi uno ascolta Giuseppe De Rita e capisce che non deve nemmeno stupirsi: «La Valle d’Aosta ha sempre vissuto, anche nella sua notevole agiatezza, su meccanismi di trasferimento di denaro pubblico. Per esempio, in Trentino Alto Adige l’economia reale è molto più forte e c’è un vasto tessuto imprenditoriale». Il fatto è che quando venivamo su per raccontarne il modello – una volta l’anno, più o meno -, trascuravamo tutti questo piccolo particolare. Nel 2000, per l’Istat, questa era la regione con il maggior reddito pro capite: il pil era pari a 47 milioni e 347 mila lire per abitante. Nel 2007, prima della crisi, la Confindustria collocava Aosta al quinto posto nella graduatoria nazionale per …

Niente soldi all’editoria così si uccidono le testate «scomode», di Roberto Monteforte

«È una volontà politica», denuncia il Comitato per la Libertà e per il diritto all’Informazione. Rischiano di sparire centinaia di realtà editoriali che non rispondono alle logiche del mercato ma che esprimono la voce dei territori e della società civile. Un appello al presidente della Repubblica è un gesto estremo. Da allarme rosso. Questa volta il pluralismo dell’ informazione è veramente a rischio. Un’intera realtà editoriale, quella dei giornali di idee e non profit, delle testate cooperative e politiche di ogni orientamento – da Liberazione e il Manifesto sino al Secolo d’Italia e alla Padania, da l’Unità a Avvenire e al Riformista, sino a Nuova Ecologia, Rassegna Sindacale e ai settimanale diocesani che assicurano l’informazione locale – da gennaio rischiano di dover chiudere. Sono le voci spesso scomode delle idee, di realtà editoriali che non rispondono alle logiche del mercato, che esprimono la voce dei territori e della società civile, che rischiano di sparire. Lo dicono drammaticamente le cifre. Invece dei 184milioni di euro previsti dal Fondo per l’editoria per il finanziamento “diretto”, l’anno prossimo …