Giorno: 8 Ottobre 2011

Edilizia scolastica, Pd: Cipe bacchetta Gelmini e Matteoli, non sanno spendere soldi

Ghizzoni: fondi bloccati perché Governo li usa per foraggiare consenso. “La delibera del Cipe è una auto-bocciatura dell’azione del governo e dimostra l’incapacità di intervento dei ministri Matteoli e Gelmini in materia di edilizia scolastica. Quelle del Cipe sono le stesse osservazioni che abbiamo fatto al Governo accompagnando la nostra proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta sull’edilizia scolastica. La sicurezza nelle scuole deve essere un priorità per il paese e indigna che una macchina burocratica inceppata disperda e non sappia spendere le risorse di poste dal bilancio delle stato. Ma ancora di più indigna la motivazione che è tutta politica: i governi Berlusconi hanno infatti esautorato gli enti territoriali, proprietari degli edifici scolastici, e attuato politiche centralistiche nell’individuazione delle priorità. Tutto questo solo per creare una vera e propria macchina del consenso”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni commenta la deliberazione del Cipe pubblicata in Gazzetta ufficiale di oggi che riporta la relazione semestrale sullo stato di avanzamento del Piano straordinario per la messa in sicurezza degli …

"Il PD e il futuro del progetto europeo", di Pier Luigi Bersani

“Oggi ognuno può constatare le difficoltà che incontra il progetto europeo e anche la domanda di Europa che viene dal mondo e che l’Europa non riesce a evadere. Ma, detto questo, bisogna avere la consapevolezza che il progetto europeo continua a parlare al mondo, riguarda una grande area vitale. In questi anni difficili abbiamo ampliato l’area della pace intorno a noi. La piattaforma economica che abbiamo costruito resta la più rilevante del mondo. L’apparato industriale è imponente. Vasto è il mercato interno. Certo, tutti possono constatare che questa piattaforma non riesce ad esprimere le proprie potenzialità. Ma non vedo chi possa pensare, sia un una visione europea, sia un contesto internazionale, che sarebbe meglio se questa piattaforma si indebolisse o si disgregasse. Il risultato di ogni contatto che abbiamo avuto all’estero, dalla Cina agli Stati Uniti, è questo: tutti chiedono l’Europa”. Quanto ha inciso nella piena affermazione dell’Europa la guida conservatrice dei principali paesi europei e in quale misura, invece, si sono manifestati limiti da parte dei progressisti? È chiaro che le forze progressiste non …

"Non siamo un paese per donne? La risposta è nei numeri dell'Istat", di Paola Zanuttini

D’ accordo, è un brutto momento per le italiane: le più in vista, elevate al rango di maîtresse à penser, sono le ospiti a cena di Berlusconi. Ma è giusto che, nella sua classifica sui 165 Paesi in cui è meglio o peggio nascere donne, Newsweek piazzi l’Italia al cinquantanovesimo posto, fra Uzbekistan e Russia? Veniamo dopo la Moldavia, dove la tratta di ragazze da prostituire ha devastato una generazione. Dopo la Cina che, con la politica del figlio unico, ha causato uno sterminio di neonate. Per stilare la pagella, il settimanale ha esaminato cinque indicatori: giustizia, salute, istruzione, economia e politica. Al top e in fondo, niente di nuovo, il Nord Europa stravince e l’Africa sprofonda, ma la zona media sconcerta: possibile che le brasiliane governate da una gioviale progressista stiano peggio che nel Brunei dominato da un sultano con l’harem? Chiedo lumi a un’italiana che ce l’ha fatta: Linda Laura Sabbadini, nuovo direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali all’Istat, fiera di esserci entrata con un concorso da licenza media inferiore nel 1983. …

"Siamo come Malta ed Estonia", di Giovanni Stringa

Perché la Gran Bretagna si porta a casa nove A di rating (AAA da Standard & Poor’s, AAA da Moody’s e AAA da Fitch), mentre l’Italia riesce a malapena a incassarne tre (A da Standard & Poor’s, A2 da Moody’s e A+ da Fitch)? Perché queste sei A di differenza, quando il Regno Unito dovrebbe chiudere il 2011 con un disavanzo che vale, in percentuale, più del doppio di quello italiano (8,8% contro 3,7%)? E quando l’economia italiana, nel secondo trimestre dell’anno, è cresciuta più di quella britannica (+0,8% contro +0,6%)? 32 mila miliardi Delle motivazioni per la bocciatura del debito pubblico italiano a lungo termine, è stato ampiamente scritto. Ma quali sono le considerazioni che hanno portato alla promozione inglese? Prendiamo Standard & Poor’s, quartier generale europeo a Londra, nel distretto finanziario di Canary Wharf, poco lontano dal cuore economico (la City) e politico (Westminster) della Gran Bretagna. S&P’s — si legge sul sito — «è nota come una società indipendente che assegna rating (valutazioni, ndr) sul credito» e sotto la sua lente ci …

"Anna e i delitti impuniti che infestano il Cremlino", di Paolo Valentino

Il 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja veniva uccisa a colpi di pistola nell’ascensore di casa sua a Mosca. Giornalista d’assalto della Novaya Gazeta, Anna era conosciuta per i suoi reportage sugli abusi dei diritti umani commessi dalle forze russe in Cecenia. Articoli dettagliati e senza concessioni, densi di critiche contro il presidente dell’epoca, Vladimir Putin e il brutale megalomane che questi aveva imposto al vertice a Grozny, Ramzan Kadyrov. Fu un omicidio su commissione, che coronava mesi di minacce, pedinamenti, arresti, perfino un tentativo di avvelenamento nei confronti della donna. Cinque anni, tre inchieste, centinaia d’interrogatori e intercettazioni dopo, l’affaire Politkovskaja è ancora irrisolto, simbolo e metafora del groviglio di corruzione e complicità che avvinghia e domina il Paese. Qualcosa si è pur mosso. Il Comitato investigativo della Federazione Russa, responsabile della più recente indagine, ha incriminato un ufficiale in pensione della polizia moscovita e un informatore dei servizi, l’Fsb erede del famigerato Kgb, accusati rispettivamente di aver organizzato e commesso l’assassinio. Ma rimangono senza risposta le domande cruciali: chi ha ordinato l’eliminazione di Politkovskaja? …

"8 ottobre. L'orgoglio del lavoro pubblico a Roma", da flcgil.it

Sono docenti, ricercatori, medici, educatori, tecnici, impiegati, infermieri, vigili del fuoco, netturbini, musicisti… sono lavoratori delle istituzioni e amministrazioni pubbliche, responsabili di servizi fondamentali per tutti i cittadini. Non sono fannulloni, come li dipinge un governo incompetente e decotto solo per tagliare loro gli stipendi. Si stanno già muovendo, almeno quelli che vivono più lontani dalla capitale, con treni, pullman, navi, automobili verso Roma per gridare che senza il pubblico i cittadini sono privati dei loro diritti, anche quelli garantiti dalla Costituzione. L’istruzione, la sanità, la ricerca, la protezione civile, la pulizia urbana danno senso alla cittadinanza e fanno civile un paese. Chi si occupa di istruirci e di formarci, chi si occupa della nostra salute, chi ci assiste se siamo in difficoltà, chi ci soccorre nelle calamità, chi trova nuove cure contro le malattie, chi tutela l’ambiente…: questo è il settore pubblico che il governo vuole smantellare, per fare arricchire pochi sui bisogni e sui diritti di tutti. Alla manifestazione, promossa dalla CGIL, dalla FLC CGIL. dalla FP CGIL, stanno arrivando tantissime adesioni. Prima …

"Gli studenti tornano in piazza no ai tagli e assedio alle banche una protesta in stile indignados", di Corrado Zunino

Da Milano a Palermo 150mila in corteo. Vernice contro Moody´s. Contatti con la polizia nel capoluogo lombardo, tensioni e nervosismo anche nella Capitale. Sono tornati in piazza, e sono pure più giovani di un anno fa. Gli studenti italiani che infiammarono l´autunno anti-Gelmini la scorsa stagione, e quindi provarono una lunga opposizione in primavera, sono di nuovo per strada. La nuova manifestazione l´avevano organizzata durante un campeggio estivo in Puglia, ieri mattina è venuta bene. In novanta città italiane hanno sfilato 150 mila ragazzi (centomila in meno per il ministero degli Interni) dimostrando che la Generazione P. resta in campo perché in campo resta la Precarietà e che sa reclutare alla lotta nuove generazioni. Sul lungotevere di Roma si sono visti ragazzini di 14 anni. In questi dodici mesi le proteste degli studenti italiani sono via via diventate “indignazioni” nel resto del mondo: a Londra, a Madrid, a Santiago del Cile, a Tel Aviv e ora sulle due coste americane sotto il santuario di Wall Street e la collina di Hollywood. Dodici mesi dopo la …