Giorno: 24 Ottobre 2011

"Biennale, La Lega ci ripensa in cambio di più soldi all’Arena", di Toni Jop

Mercoledì la commissione cultura della Camera darà il parere (consultivo) sulla nomina di Malgara alla Biennale di Venezia. Dopo lo stop iniziale, la Lega ora è possibilista. Ma chiede al ministro Galan alcune cose…E se invece Malgara, l’uomo di Berlusconi e di Galan, piacesse alla fine anche alla Lega? Stiamo parlando di chi, nelle intenzioni del ministro veneto, dovrebbe sostituire Paolo Baratta alla guida del più prestigioso ente culturale italiano. Quando Galan ha fatto il nome di Malgara, nei giorni scorsi, il paese ha assistito, e anche partecipato, ad una levata di scudi che ancora sta raccogliendo adesioni in ogni ordine delle gradinate di questa tormentata Italia. Non lo vogliono, non è gradito e non perché sia antipatico. Dicono, con molte ragioni, che non sia adatto allo scopo, gli mancano i fondamentali: molto addentro al mercato pubblicitario, cresciuto sfornando con successo cibo per animali domestici, poi patron dell’Auditel, nel 2005 candidato bollito alla presidenza della Rai, ha lo stesso rapporto con il mondo e la produzione culturale cheun leghista ha con il Risorgimento. Ma lui …

«Una scena impietosa Italia ridicolizzata per colpa del governo», di Andrea Carugati

L’europarlamentare Pd: «ll nostro Paese avrebble possibilità per farcela. Questo governo ci costringe a combattere con le mani legate, senza idee credibili». Quella di Merkel e Sarkozy è una risata molto amara per il nostro Paese. L’Italia viene messa alla berlina dall’Europa, ma non merita tutto questo. Nessuno può offendere l’Italia in questo modo», dice David Sassoli, capodelegazione Pd al parlamento europeo. I due leader hanno sorriso in risposta a una domanda sulle rassicurazioni offerte da Berlusconi sulla crisi… «Quella risata è una fotografia impietosa, e la cosa che fa più rabbia è che il nostro Paese avrebbe tutte le possibilità per farcela, mentre questo governo ci costringe a combattere con le mani legate, senza un’idea, una proposta. Spero che gli italiani esprimano la giusta dose di rabbia per tutto questo…». C’è un ultimatum all’Italia. «La situazione è drammatica e la riunione del Consiglio europeo lo ha consacrato. Siamo in una guerra, davanti ad un’Europa, quella di Merkel e Sarkozy, che presenta anche un volto egoista. L’Italia avrebbe tante buone ragioni da spendere, anche di …

Barroso a Berlusconi: "Il modello è Zapatero", di Amedeo La Mattina

Lo avevano avvertito sabato sera, alla cena del Ppe. Attento presidente, Merkel, Sarkozy, Barroso e Van Rompuy saranno duri, molto duri. Ti diranno che «il problema sei tu» e la tua capacità politica di affrontare le questioni che ti pongono in Europa, di tenere fede agli impegni, di fare le riforme. Anche di assicurare l’obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2013. In sostanza ti diranno, in maniera indiretta, che dovresti dimetterti. Solo così l’Italia potrà riprendere quota. Di fronte a queste anticipazioni, che gli sono arrivate da fonti diplomatiche, Berlusconi è andato in escandescenza: «Ma questa sarebbe un’ingerenza inammissibile! Hanno deciso di farmi la guerra? Vediamo se sono capaci di dirmelo in faccia!». Quello che ieri è andato in scena davanti ai giornalisti, con le parole e i sorrisini di Merkel e Sarkozy, certifica come Berlusconi non venga considerato all’altezza della sfida. Nei colloqui a margine del vertice Ue il presidente francese e la cancelliera tedesca non hanno chiesto al Cavaliere di mettersi da parte. Ma hanno espresso a più riprese la loro grande …

"L'sos dei giovani contro la crisi", di Mario Pirani

«Improvvisamente tutto ciò che sembrava passato è tornato attuale», scriveva nel 1999, ben 13 anni orsono, Paul Krugman, uno dei più chiaroveggenti economisti americani, chiedendosi se si stava andando verso un nuovo 1929. La sua risposta era affermativa, accompagnata da proposte d´intervento preventivo che non furono ascoltate. L´analisi partiva dalla crisi asiatica e che allora aveva colpito i paesi emergenti di quel Continente, ma anche il Giappone. Taluni, tra i primi George Soros, la lessero come un podromo della crisi finanziaria mondiale, una intuizione giusta ma solo parziale, poiché, scriveva Krugman, «questi eventi sono andati ben oltre i mercati finanziari in sé stessi; anche quando, e se, i mercati finanziari si calmeranno, i reali effetti della crisi – i danni alla crescita, all´occupazione e al tenore di vita – si protrarranno a lungo». Oggi gran parte della previsione si è purtroppo avverata. L´epicentro della deflagrazione è partito, questa volta, da Wall Street e si è esteso, come negli anni Trenta, con effetti sempre più allarmanti, all´Europa. Ormai siamo nel bel mezzo della tempesta, l´insolvibilità dei …

"La scelta che il premier non può più rinviare", di Mario Calabresi

E’ odioso essere commissariati, essere cittadini di uno Stato a sovranità limitata, a cui premier stranieri dettano l’agenda delle riforme e impongono tre giorni di tempo per dare risposte. È irritante assistere ai risolini e agli ammiccamenti di Merkel e Sarkozy quando sentono parlare d’Italia e di Berlusconi: ciò non è accettabile ed è irrispettoso. È umiliante ascoltare che l’Europa ci considera alla stregua della Grecia, anzi – a quanto ci risulta – al vertice di ieri è stato detto che «in questo momento non solo l’Italia è in pericolo, ma è il pericolo». Il rispetto però ce lo si conquista con la credibilità e mantenendo gli impegni e tutto questo a noi manca da troppo tempo. Siamo il malato d’Europa perché il governo è paralizzato e non riesce a indicare una direzione di crescita e riforme. In tutto il Continente, pur tra mille divisioni, si concorda su una cosa: o il premier italiano cambia improvvisamente marcia o – per il bene di tutti – si fa da parte seguendo l’esempio spagnolo. La Stampa 24.10.11 …

"Commissariati da "Merkozy"", di Tito Boeri

Doveva essere il week-end del salvataggio dell´euro e dell´intera costruzione europea. Lo ricorderemo invece per i sorrisi sarcastici di Sarkozy alla conferenza stampa in chiusura del vertice europeo, quando gli è stato chiesto un giudizio sugli impegni presi dal nostro presidente del Consiglio. Lo ricorderemo per gli ammiccamenti fra il presidente francese e Angela Merkel. Lo ricorderemo per il lungo silenzio di quest´ultima di fronte ai dubbi espressi in modo così evidente sulla credibilità di chi rappresenta il nostro Paese. Questo teatrino non solo è umiliante, ma anche ha dei costi per tutti noi: è difficile per chi guarda all´Italia dall´estero scindere le opinioni sul nostro presidente del Consiglio da quelle sulle nostre istituzioni. Ieri il “duunvirato Merkozy” ha operato un netto distinguo tra, da una parte, Grecia e Italia e, dall´altra, gli altri paesi coinvolti nella crisi del debito. Si sono rivolti a Berlusconi e a Papandreou come se fossero loro il problema, come se avessero “la stessa faccia”, e le nostre istituzioni fossero della “stessa razza” di quelle che in Grecia hanno per …