Giorno: 30 Ottobre 2011

«La flessibilità c’è già Chi non ha lavoro è ancora senza nulla», intervista a Paolo Onofri di Oreste Pivetta

Licenziare. E poi? Anche di fronte a questa domanda l’Italia sembra divisa non solo tra occupati e disoccupati, mai occupati, rinunciatari per forza, donne e uomini, ma anche di fronte a occupati nella grande azienda e dipendenti della piccola impresa (vera o falsa che sia, cresciuta poco o miniaturizzata per convenienza), tra chi può contare sulla cassa integrazione, su un sussidio per la mobilità,su un prepensionamento e chi si ritrova a zero. Paolo Onofri, professore di Politica economica all’ Università di Bologna, ha guidato nel 1997 un gruppo di esperti (la «Commissione Onofri», appunto) che presentò al governo Prodi una proposta di riforma degli ammortizzatori sociali. Quattordici anni sono passati abbastanza inutilmente, nel senso che qualche ritocco è stato adottato, ma nella sostanza quel progetto è rimasto nel cassetto. Forse se lo si fosse tenuto aperto quel cassetto qualche idea e qualche mezzo in più per affrontare il peso sociale della crisi ci sarebbe. Anche per discutere più serenamente di licenziamenti, cioè di persone che non sono vuoti a perdere. Professor Onofri, si potrebbe discutere …

"Così siamo diventati il bersaglio dei mercati", di Romano Prodi

Da anni i mercati ballano, da anni la speculazione impazza, da anni si pensa a grandi riforme del sistema bancario e finanziario mondiale e non accade nulla. L’opinione pubblica se la prende con quattro o cinque “cattivi,” cioè con le grandi banche internazionali che, nella speculazione, hanno più goduto che sofferto. Quest’irritazione è giusta ma il problema è assai più vasto e più grave. Si calcola infatti che oggi vi siano oltre 12 mila miliardi di Euro parcheggiati nel sistema bancario “ombra”, cioè in fondi non controllati e non regolamentati o regolamentati in modo insufficiente. Questi fondi per definizione lavorano a breve, cioè corrono incessantemente di qua o di là e sfruttano la così detta “leva finanziaria”mobilitando quantitativi di denaro molto superiori a quelli che posseggono. Con uno scommettono su cento. E’ noto che nelle scommesse si punta sull’aspettativa del risultato ed il risultato è più sicuro quando gli operatori finanziari “ombra” si muovono in gregge, con la dimensione e la velocità che l’automatismo dei moderni sistemi di informazione rende possibile. In poche parole i …

"Lettera al Premier", di Mario Monti

Signor presidente del Consiglio, mi permetto di richiamare la Sua attenzione su alcuni aspetti delle Sue dichiarazioni di venerdì sull’euro. Lei ha affermato: «L’euro non ha convinto nessuno. È una moneta strana, attaccabile dalla speculazione internazionale, perché non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario né una banca di riferimento e delle garanzie. L’euro è un fenomeno mai visto, ecco perché c’è un attacco della speculazione ed inoltre risulta anche problematico collocare i titoli del debito pubblico». Di fronte alle vivaci reazioni suscitate, Lei ha in seguito precisato: «L’euro è la nostra moneta, la nostra bandiera. È proprio per difendere l’euro dall’attacco speculativo che l’Italia sta facendo pesanti sacrifici. Il problema è che l’euro è l’unica moneta al mondo senza un governo comune, senza uno Stato, senza una banca di ultima istanza. Per queste ragioni è una moneta che può essere oggetto di attacchi speculativi». Sono dichiarazioni che meritano un’analisi a freddo, al di fuori di ogni visione di parte. A mio parere, esse contengono alcune affermazioni …

"Quel terrone di Virgilio", di Massimo Gramellini

Leggo sul blog «L’Indro» che un assessore leghista di Mantova (capitale delle zucche, anche di quelle vuote) si oppone fieramente alle celebrazioni con cui la città sta onorando in queste settimane il suo figlio più famoso, Publio Virgilio Marone. Già la professione del Marone, poeta, deve aver insospettito l’assessur. I poeti sono gente che produce chiacchiere, mica truciolato e tantomeno fatturato (se non molti secoli dopo la morte, sotto forma di libri di testo adottati dalle scuole rosse). Inoltre il Marone era un traditore. Scriveva in una lingua astrusa: il latino. Ed era emigrato al Sud. Non solo a Roma ladrona, dove aveva bazzicato il governo centralista di un certo Augusto Imperatore. Addirittura più giù, nelle ville campane e sicule del suo sponsor Mecenate. Non pago, era andato a morire in Puglia, che allora si chiamava Calabria (tant l’è i’stess), e si era fatto seppellire a Napoli, in attesa di finire giustamente all’Inferno con quel cattolico di sinistra, il Dante. E nessuno salti su a parlare di macchina del fango: il Marone ha confessato tutto. …

"Quei rendimenti dei Btp oltre quota 6% campanello d´allarme del rischio bancarotta", di Maurizio Ricci

Più che un campanello d´allarme è una sirena. Lo Stato italiano che, da questa settimana, si trova a pagare oltre il 6 per cento di interesse sui suoi Buoni del Tesoro decennali non è solo un record nell´era dell´euro: è il segnale che si è raggiunta una soglia estremamente pericolosa. Se vale l´esperienza che i navigatori dei mercati finanziari hanno tratto dagli ultimi due anni di crisi del debito pubblico europeo, siamo molto vicini al limite, oltre il quale la speculazione diventa fuori controllo e, se non si riesce rapidamente a ridimensionare il costo dei titoli, si aprono solo le strade del salvataggio europeo o della bancarotta. Il primo allarme rosso viene dai mercati secondari, quelli in cui i titoli italiani vengono scambiati, giorno per giorno, dopo l´emissione. Venerdì, praticamente all´indomani del vertice europeo che dovrebbe salvare l´euro e l´Italia, i prezzi dei Btp hanno subito uno smottamento, che ha fatto salire i rendimenti (i quali si muovono in direzione inversa ai prezzi) oltre il 6 per cento. Ciò che conta è che, di fatto, …

"Il cielo minaccia ancora pioggia. Come difendersi dal disastro", di Luca Mercalli

Una nuova perturbazione è attesa a partire da giovedì. Le correnti umide da sud apporteranno piogge abbondanti su Liguria, Piemonte e Triveneto, tuttavia a oltre quattro giorni di distanza non è ancora possibile definire i dettagli. Oggi le previsioni meteorologiche a medio termine sono affidabili, ma per diramare un’allerta attendibile in genere tocca attendere le quarantott’ore precedenti, comunque sufficienti a mettere in atto un piano di sicurezza. Alle previsioni del resto non si possono chiedere i miracoli, al momento non sono in grado di stabilire ora e luogo preciso di una piena o di una frana, ma possono concentrare l’attenzione su un’area dove attivare prefetture, Comuni, vigili del fuoco, protezione civile e volontari. Tuttavia ciò che manca oggi in Italia è soprattutto la sensibilizzazione del pubblico: nel caso delle piene-lampo (flash floods) è fondamentale la conoscenza di elementari norme di autoprotezione, perché le onde di piena su torrenti montani in forte pendenza, le frane e le colate detritiche, sono fenomeni rapidissimi e non permettono di attendere avvisi esterni. La protezione civile interviene in questi casi …

"L'Europa ci protegge ma diffida di lui", di Eugenio Scalfari

L´ormai famosa lettera di intenti firmata da Berlusconi e approvata dai 17 Paesi dell´Eurozona e soprattutto dalla Germania, dalla Francia e dalla Commissione di Bruxelles, fu riscritta e corretta in una lunga telefonata con Gianni Letta, avvenuta la mattina e consegnata a Bruxelles nel pomeriggio da Berlusconi. Questa cronaca è ormai ufficiale. Di fatto la lettera fu scritta dai destinatari e poi riconsegnata con la loro approvazione al mittente. In più ci fu la decisione europea di affidare al presidente del Consiglio europeo e al capo della Commissione un monitoraggio costante sull´adempimento degli “intenti” indicati in quella lettera con tanto di cifre e calendario. Ieri, tra l´altro, è arrivata la proposta dell´Fmi, e accettata dalle autorità europee, di creare una rete di sicurezza aggiuntiva per Italia e Spagna, il che conferma che le misure finora prese non sono sufficienti perché affidate a un governo di dubbia credibilità. Il commissariamento dell´Europa nei confronti dell´Italia è dunque fuori discussione ed equivale a quello già in atto nei confronti della Grecia, dell´Irlanda e del Portogallo. Questa conclusione che …