Giorno: 5 Luglio 2012

"Al di sotto delle parti", di Luca Landò

« Non si uccidono così anche i cavalli». Era un bellissimo film di Pollack su una gara di ballo a oltranza, dove non vince chi è più bravo ma chi resiste di più. È quello che accade in questi giorni a palazzo San Macuto dove la commissione di vigilanza dovrebbe eleggere il nuovo cda Rai. Dovrebbe. Perché i balletti e le giravolte del Pdl puntano a questo: resistere, resistere, resistere. Lo hanno fatto ieri con l’aiuto del presidente del Senato Renato Schifani che, smessi per l’occasione i panni della figura istituzionale, dunque super partes, è sceso in campo a dare una mano alla propria squadra, il Pdl. Una scena inaccettabile, tanto da spingere il presidente dell’altra Camera, Fini, a rompere il galateo istituzionale e a chiedere al “collega” senatore di chiarire la propria decisione. A convincere Schifani a buttare il fischietto e menar calci, è stato il grido di allarme del Pdl che, dopo le prime due votazioni in commissione di vigilanza, aveva capito che il cda della Rai, per la prima volta dopo dieci …

Scuola: Spending review, più fondi a paritarie? No, c'è calo. I 200 milioni indicati sono parte capitolo spesa per private

La bozza di decreto per il contenimento della spesa pubblica (spending review) non prevede nessun aumento dei fondi per le scuole paritarie. Secondo quanto la Dire ha potuto verificare i 200 milioni indicati nel testo come previsione di spesa per il sistema degli istituti non statali non sono altro che una parte della quota annuale gia’ prevista per queste scuole che ammonta in tutto a 500 mln. Questa seconda tranche, cosi’ come la prima, ha subito un taglio lineare rispetto allo scorso anno ed e’ dunque in calo. Un calo che, secondo quanto spiegano tecnici del Miur alla Dire, negli ultimi anni e’ stato “costante”. C’e’ stato, insomma, un amento del taglio. “Nessun aumento di fondi” per le private. Ed e’ “solo per caso” se la cifra assegnata agli istituti privati coincide con il taglio previsto per l’universita’. I tecnici al lavoro sul testo fanno notare che la “polemica che si e’ innescata sui fondi alle private si inserisce in un clima gia’ difficile e non aiuta il lavoro”. Le due cifre (scuola privata e …

Napolitano: “Ecco perché l’Italia deve farcela in Europa si aprono nuove strade si vada verso l’Unione politica”, di Eugenio Scalfari

Con il Presidente abbiamo concordato di scambiarci idee e opinioni su quanto sta accadendo in Italia e in Europa ed io metterò in carta i suoi pensieri e le sue valutazioni, ma non sarà un compito facile con i tempi che corrono e la crisi che continua ad infierire ormai da quattro anni. L’auto è arrivata al Castello. Girando a destra si va verso il mare, a sinistra una breve salita conduce alla residenza. Ci sono stato molte volte con Sandro Pertini, con Cossiga, con Ciampi ed anche con Napolitano due o tre anni fa. Ora siamo arrivati. Napolitano mi viene incontro e mi conduce in una piccola stanza. In un tavolo c’è la televisione, accanto alla finestra che guarda sul prato un tavolinetto con due sedie. Chiedo il permesso di togliermi la giacca, lui m’aiuta a sfilarmela; indossa una maglietta azzurra, io resto in maniche di camicia. Ci sediamo e la nostra conversazione comincia. Non posso tuttavia esimermi dal chiedergli le sue reazioni ad una vera e propria campagna che è stata lanciata contro …

"Lo spettro di una Fiat senza Mirafiori", di Gianni Del Vecchio

Tanti indizi portano a uno scenario molto temuto da torinesi e sindacati. «Torino sta diventando un teatro di posa di presentazioni di auto, che non vengono costruite qui». Lo sconsolato commento del responsabile nazionale auto della Fiom, Giorgio Airaudo, sintetizza bene il timore dei sindacati e dei politici torinesi sul futuro della Fiat e, in particolar modo, dello storico stabilimento di Mirafiori. Tanti indizi, infatti, portano a tratteggiare uno scenario che solo fino a qualche mese fa sembrava lunare, e cioè il Lingotto che lascia la sua fabbrica-simbolo. L’indizio più pesante è anche l’ultimo in ordine di tempo. Martedì sera l’ad del gruppo, Sergio Marchionne, ha detto chiaramente: «Se le attuali capacità di assorbimento in Europa resteranno uguali nei prossimi 24-36 mesi, c’è uno stabilimento di troppo in Italia». E dei quattro che attualmente lavorano, seppur a basso ritmo, quello che rischia di più è proprio Mirafiori. A Pomigliano infatti è appena partita la produzione della Panda, anche se in tono minore rispetto ai programmi iniziali; da Melfi esce fuori la Punto, spina dorsale delle …

Una caccia durata mezzo secolo “La particella di Dio esiste ora l’universo ha meno segreti”, di Elena Dusi

La scoperta del bosone di Higgs, ufficializzata ieri al Cern di Ginevra, racconta la storia dell’universo, ma anche la storia di un uomo. Racconta la storia dell’universo perché un istante dopo il Big Bang, grazie a questa particella, i frammenti di materia hanno frenato la loro corsa verso l’infinito e hanno iniziato a interagire, formando con il tempo atomi, molecole, stelle, pianeti e infine la vita. Racconta la storia di un uomo perché proprio in quel Cern in cui oggi viene celebrato e salutato come il prossimo premio Nobel per la fisica, nel 1964 il 35enne Peter Higgs ricevette una delle più cocenti delusioni della sua storia di scienziato. In tre settimane di luglio, esattamente 48 anni fa, il giovane fisico inglese scrisse in due pagine di equazioni una teoria che prevedeva l’esistenza di una particella misteriosa. Spedì l’articolo al numero uno degli editor della rivista Physics Letters al Cern, ma il suo testo venne cestinato. Fu la rivista rivale pubblicata in America, Physical Review Letters, ad accettare quello studio dando il via alla storia …

"Il Presidente maggiordomo", di Curzio Maltese

NO, non è la Bbc. Questa è la Rai, la Rai tribù. Ogni volta che un nuovo vertice di viale Mazzini addita il modello della più prestigiosa tv pubblica del mondo, come hanno fatto per ultimi il presidente e il direttore generale nominati dal governo, Tarantola e Gubitosi, subito gli stakanovisti della lottizzazione s’incaricano di smentire. Ieri è stata un’altra giornata campale per le nomine Rai. Il Pdl e la Lega, caduti in letargo da mesi se non da anni su tutte le grandi questioni nazionali, dall’economia alle riforme istituzionali, si sono risvegliati di colpo e hanno lanciato una battaglia alla morte per non mollare le poltrone di viale Mazzini. Si sono contati feriti e morti, soprattutto dal ridere, ma alla fine gli eroici guardiani della mangiatoia televisiva ce l’hanno fatta, rimandando di un altro giorno l’avvento alla Rai di un vertice di persone serie. Un’ipotesi intollerabile per loro e per la vasta comitiva di imbucati, raccomandati, fidanzate e servi piazzati in ogni angolo della tv di stato a spese del gentile abbonato. Sono passati …