attualità, politica italiana

"Oggi in duemila davanti al Senato. "Dal 2007 chiesti ai Comuni 22 miliardi di contributi"", di Francesco Semprini

Duemila in piazza. I sindaci di tutta Italia si mobilitano per protestare contro i tagli previsti dalla «spending review». Davanti al Senato oggi, avrebbero dovuto manifestare appena in sessantina, tanti quanti i membri del comitato direttivo dell’Associazione dei Comuni italiani. Ma l’adesione alla protesta è cresciuta giorno dopo giorno tanto che alle 11 a piazza Sant’Andrea della Valle i sindaci potrebbero essere un paio di migliaia. «Riceviamo continue telefonate di adesione – dice Graziano Delrio, primo cittadino di Reggio Emilia e presidente dell’Anci -. La sofferenza è forte e alta l’aspetta per l’appuntamento, tutti comprendono la delicatezza e l’importanza del passaggio: la “spending review”, se approvata così com’è, rischia di essere letale per molti Comuni». Per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris si tratta di una forma di «resistenza democratica» contro politiche del governo che rischiano di portare a una «sospensione della Costituzione e della piena democrazia».

Il timore è un crac finanziario per molte amministrazioni: «Dal 2007 al 2013 tra tagli e risparmi sono già stati chiesti ai Comuni 22 miliardi di contributi», avverte Delrio, secondo cui il testo del decreto configurando «tagli lineari e non interventi mirati su sprechi farebbe schizzare al 23% il taglio sulla spesa complessiva». Da qui la necessità di una mobilitazione massiccia da parte dei sindaci pronti a discutere col presidente del Senato, Renato Schifani, e il ministro per i rapporti col Parlamento, Piero Giarda i passaggi chiave del decreto e gli aspetti da affrontare nell’incontro con l’esecutivo fissato tra due mesi.

«Il governo sa bene che certi errori non può permetterseli spiega Delrio -. Per questo abbiamo concordato da tempo di sederci a un tavolo a settembre per fare una verifica sui dati più significativi e su parametri certi e tentare di individuare dove poter intervenire per ridurre le spese».

A dar manforte ai primi cittadini sono i sindacati della Funzione pubblica, per i quali il decreto va cambiato radicalmente: «I Comuni sono, insieme al Servizio sanitario nazionale, i più grandi produttori di servizi del Paese, garantiscono diritti di cittadinanza, danno lavoro, offrono coesione sociale: colpire loro, come colpire il lavoro, è come colpire il cuore del Paese».

Intanto prosegue l’iter parlamentare del decreto il cui esame in aula è previsto per giovedì: «Arriveranno solo nella giornata di domani gli emendamenti dei relatori, d’intesa con il governo», riferisce Paolo Giaretta, relatore del Pd in Commissione bilancio del Senato.

Tra i temi più spinosi c’è quello dell’Imu come fa notare Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, parlando di «anno orribile per la finanza locale dei Comuni». «Siamo allo stremo», dice il primo cittadino marchigiano, secondo cui alcune amministrazioni rischiano il «default» a causa del combinato tra il taglio di 500 milioni di euro agli enti locali e di quello che, alle prime analisi, sembra un ammanco di un miliardo e mezzo sul gettito programmato dell’Imu in arrivo agli enti locali.

La Stampa 24.07.12