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Scesi dalla gru

Dopo 17 giorni di proteste, tensioni e tanto freddo sono scesi dalla gru i 4 immigrati arrampicati dal 30 ottobre. Il Pd presenta proposta di legge per la regolarizzazione della immigrazione. Sono scesi, finalmente scesi. Dopo diciassette giorni fatti di pioggia, di freddo, di cariche e di arresti, i 4 lavoratori immigrati sono scesi dalla gru dove in segno di protesta si erano accampati fin dal 30 ottobre. Chiedevano un permesso di soggiorno e una sanatoria “per gli immigrati che lavorano”. Non gli è stato promesso nulla ma dopo la mediazione di Cgil, Cisl e la Diocesi bresciana hanno ottenuto almeno la disponibilità a discutere con la prefettura di tutte le truffe ai danni degli immigrati nella speranza di ottenere un permesso di soggiorno per lavoro.

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La tensione non accenna a diminuire tra i 4 immigrati, accampati sopra una gru a Brescia, le forze dell’ordine e la popolazione solidale alla loro causa, radunata nei pressi del cantiere della metropolitana. Sono saliti spontaneamente il 30 ottobre sul mezzo meccanico e non vogliono lasciare la loro postazione, per richiamare l’attenzione del Paese sulla necessità che ci sia il rispetto dei più semplici diritti fondamenta li che un Paese quale il nostro dovrebbe tutelare: il lavoro regolare per chi contribuisce all’economia del Paese, quindi il permesso di soggiorno, per avere un minimo di garanzia di sicurezza nello svolgimento di compiti spesso pesanti e pericolosi, che gli italiani sempre meno vogliono svolgere.

“La protesta degli immigrati di Brescia è la spia di un disagio che è troppo diffuso in Italia. Dobbiamo fornire ai cittadini italiani e immigrati che vivono e lavorano nel nostro Paese gli strumenti per farlo in modo regolare”. Così si è espressa Livia Turco, Responsabile Politiche sociali e immigrazione del PD.

“Il Pd – ha proseguito Turco- ha depositato una proposta di legge per favorire l’emersione dal lavoro irregolare dei lavoratori impiegati in settori fondamentali per la crescita economica dell’Italia. Una proposta di legge che vuole fare tesoro dell’esperienza positiva del provvedimento adottato nel 2009, che ha permesso la regolarizzazione di centinaia di migliaia di lavoratori impegnati nell’assistenza alle famiglie. I settori produttivi maggiormente interessati dal processo di emersione saranno scelti di volta in volta dal Ministero del Lavoro di concerto con quello dell’Interno, al fine di evitare provvedimenti inutili o sanatorie generalizzate2.
“Il provvedimento di legge che ho presentato – ha spiegato la Responsabile Politiche sociali e immigrazione del PD.- si avvale anche dell’Art 18 della legge Turco – Napolitano, che prevede il riconoscimento del permesso di soggiorno umanitario per chi denuncia lo sfruttamento. Non vogliamo più che l’esasperazione degli immigrati finisca sulle gru”.

D’altronde, insistere con la Bossi-Fini, che non contempla ingressi regolari, che prevede l’espulsione dopo sei mesi senza contratto di lavoro e che ha portato solo un aumento di clandestinità, significa continuare a causare gravi danni sociali ed economici al Paese. Per questo, oltre a questa proposta di legge, il Partito democratico anche preparando una grande iniziativa che chiameremo “Tutti al lavoro. Una alleanza tra italiani e immigrati per la legalità e la dignità del lavoro”, per ribadire il nostro no allo sfruttamento e al lavoro nero e il nostro sì ad un lavoro regolare e sicuro”.

“Riguardo a quanto sta accadendo a Brescia, con sei immigrati che sono da diversi giorni sulla gru a 40metri di altezza, il primo e più importante valore da salvaguardare è quello della loro incolumità.
Bisogna riaprire un dialogo perché, a prescindere dall’applicazione della legge, a Brescia la situazione può sfociare in una tragedia”, ha evidenziato allarmato in una nota Emanuele Fiano, Responsabile sicurezza del Pd. Fiano ha chiesto da parte del Pd, un ‘tempestivo intervento del governo, affinchè affronti immediatamente la situazione, salvaguardando l’incolumità delle persone interessate ed espletando con la massima celerità le loro pratiche di regolarizzazione”.

Nei giorni scorsi ci sono stati diversi scontri a Brescia durante la manifestazione in sostegno degli immigrati, che dimostrano come il problema della regolarizzazione dei lavoratori senza permesso di soggiorno possa diventare una vera e propria bomba a orologeria. Lo ha ribadito anche Jean Leonard Touadi, parlamentare PD: “La violenza di alcuni infiltrati estremisti nel corteo che ha provocato le cariche e gli scontri con le forze dell’ordine, nulla ha che fare con la protesta pacifica dei lavoratori che pongono al Governo una questione seria sull’efficacia della sanatoria del 2009 che restringeva alle sole colf e badanti la possibilità di una regolarizzazione. Inoltre la crisi economica, anche nelle ricche zone industriali del nord, ha lasciato a casa moltissimi immigrati prima regolari, con la conseguenza di aver reso ancora più drammatica la situazione di queste persone”.

“La protesta deve sempre essere pacifica, ma bisogna rivedere le normative sul permesso di soggiorno che non possono escludere alcune categorie che richiedono di rientrare all’interno della legge per continuare il loro percorso di integrazione nella società italiana – ha concluso Touadi – l’appello degli immigrati bresciani al presidente Napolitano di qualche giorno fa ne è una chiara testimonianza”.

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