Giorno: 6 Ottobre 2010

L’integrazione passa per la cittadinanza

L’on. Ghizzoni (Pd): “Solo così si sconfiggono quelle culture arcaiche e patriarcali che invece vorrebbero perpetuare le divisioni tra etnie” Cara Barbara Manicardi ho letto con interesse il suo editoriale sulla tragica vicenda di Nosheen, la giovane pakistana massacrata perché contraria al matrimonio combinato, e della madre Begum, morta per difendere il diritto della figlia a scegliere il suo futuro. In particolare mi ha colpito la domanda – evidentemente retorica – che lei sottopone ai lettori del suo giornale: “Perché una ragazza di 20 anni, che abita qui da tempo e può quindi essere considerata italiana, non ha diritto di essere davvero italiana?”. E’ una domanda alla quale si può e si deve dare risposta accelerando i processi di integrazione. Solo così si sconfiggono quelle culture arcaiche e patriarcali che non riconoscono alle donne la dignità di persona e che vorrebbero perpetuare le divisioni tra etnie, in modo del tutto speculare a ciò che teorizzano gli xenofobi nostrani. In ciò integralisti e leghisti si danno la mano. La strada maestra è quella intrapresa da due …

Bersani a Palermo: "Prepariamo giorni migliori per la Sicilia e per l'Italia"

“Se c’e’ maggioranza per nuova legge elettorale, si faccia. Stiamo parlando di regole, non di governo. Il centrodestra non imputi ad altri il suo fallimento in Sicilia”. Il Segretario del Pd Pier Luigi Bersani si è recato a Palermo per una tappa della manifestazione: “Prepariamo giorni migliori per la Sicilia e per l’Italia”. L’iniziativa si è tenuta presso il Teatro Politeama con il Segretario regionale del Pd siciliano, Giuseppe Lupo ed i vertici regionali del Partito democratico. Tanti i temi affrontati, riguardo il difficile momento in cui verte la politica nazionale e in maniera più specifica le dinamiche politiche della Regione Sicilia, nella quale ci sarà un governo di alleanza costituzionale per traghettare alcune importanti riforme del territorio. E proprio sull’eventuale riforma della legge elettorale nazionale, tanto auspicata dal Pd e dalle altre opposizioni, il segretario si è mostrato disponibile a raccogliere tutte le forze in campo favorevoli a realizzarla. Bersani però commentando le dichiarazioni del finiano Italo Bocchino, ha chiarito: “Non stiamo parlando di una maggioranza di governo, ma di una maggioranza parlamentare che …

"I conti pubblici sotto il tappeto", di Tito Boeri

Singolare democrazia la nostra. A Bruxelles nell´Eurogruppo il governo sta da mesi negoziando una riforma del Patto di Stabilità e Crescita che presumibilmente imporrà al nostro Paese di varare nei prossimi anni Finanziarie molto, molto impegnative. Al loro cospetto la manovra varata in primavera sembra un ritocco. Il 29 settembre, lo stesso giorno in cui il presidente del Consiglio si presenta alla Camera per chiedere il voto di fiducia dopo la crisi nella maggioranza, la Commissione formula la sua proposta. Prevede che il nostro Paese riduca il debito pubblico di circa 50 miliardi ogni anno nei prossimi 10 anni e poi prosegua con aggiustamenti di un´entità che si riduce gradualmente nel corso del tempo fino a riportare il nostro debito pubblico al 60 per cento del pil, come era attorno alla metà degli anni ´70, 35 anni fa. Con gli attuali tassi di interesse e gli scenari di crescita (fiacca) della nostra economia che vengono da tutti condivisi, compreso il nostro governo, questo aggiustamento comporterà un avanzo primario (il surplus di bilancio senza tenere conto …

"Allarme rosso per l'editoria. Il governo strangola oltre 90 testate", di Roberto Monforte

Siamo oltre all’allarme rosso. Senza certezze sul finanziamento pubblico, senza una legge di riforma e senza quel regolamento annunciato da oltre due anni, il destino di tante testate di idee, politiche e non profit è segnato: la chiusura. Tutti gli impegni assunti sin qui dal governo sono stati disattesi. Sono oltre 90 quelle che, senza fatti nuovi, rischiano di non superare il prossimo 31 dicembre. E sono 4-5mila i lavoratori, che rischiano il posto di lavoro, con un danno incommensurabile al pluralismo dell’informazione. È un vero e proprio allarme democratico, come per la «legge bavaglio », quello lanciato ieri al Senato dalla Fnsi, da Mediacoop, dall’Associazione Articolo 21, dai cdr dei giornali di idee e politici, dalla Cgil. La situazione si fa veramente critica per testate come Liberazione, Il Manifesto, Europa, la Padania, il Secolo d’Italia, Europa, la stessa Unità. LA LUNGA SERIE DI TAGLI È stato il presidente onorario di Mediacoop, Lelio Grassucci a richiamare nella sua drammaticità la situazione. Lo scorso31marzo vi è stato l’abolizione delle tariffe postali agevolate. Quindi il taglio del50% …

Riforma Gelmini, il 43 % dei ricercatori non salirà più in cattedra per protesta

Su 863 ricercatori dell’Università di Palermo, 485 si dicono «non disponibili» a svolgere attività non previste dal contratto, come la didattica, in segno di protesta contro il disegno di legge Gelmini. A questi si aggiungano 239 ricercatori su 629 dell’ateneo di Messina e 200 su 649 a Catania. Il «no» raggiunge dunque una media del 43 per cento. I dati sono stati forniti dalla Flc-Cgil Sicilia. Il sindacato sottolinea che è a rischio il regolare avvio delle lezioni e la qualità dell’offerta formativa, mentre molti corsi di laurea partiranno senza una copertura degli insegnamenti fondamentali. «Sono i ricercatori a tenere in piedi il sistema universitario italiano», dice Giusto Scozzaro, segretario della Flc Cgil, «il loro problema è quello di una stabilizzazione e di un’attività basati su requisiti certi. Chiediamo il blocco della riforma, che peggiora la qualità della formazione e riduce i finanziamenti». PROTESTA – Atenei siciliani in stato di agitazione e inizio delle lezioni rinviato a metà ottobre a Palermo e Messina, mentre a Catania le lezioni slitteranno al primo novembre solo alla facoltà …

"Fabbrica Italia: Dopo 6 mesi non c'è nulla", di Rinaldo Gianola

Sono passati quasi sei mesi da quando Sergio Marchionne annunciò a Torino il lancio dell’ambizioso progetto “Fabbrica Italia”. Un piano che prevedeva, entro il 2014, la realizzazione di investimenti per 20 miliardi di euro in Italia, il raddoppio della produzione nazionale da 650mila a 1,4 milioni di vetture, 10 nuovi modelli e il restyling di altri 6 vetture. Ad oggi “Fabbrica Italia” è ferma, non è stato investito un euro. Governo, sindacati e dipendenti non sono a conoscenza di quali modelli saranno prodotti nei vari stabilimenti italiani, nè sanno quando il piano vero e proprio potrà partire. Questa situazione di stallo è preoccupante e delude anche quei sindacati che più si erano spesi per comprendere e raccogliere le esigenze organizzative e produttive del gruppo. Ieri, dopo l’incontro tra la Fiat e i sindacati dei metalmeccanici, persino il segretario della Uilm, Rocco Palombella, ha ammesso la sua delusione perchè «la Fiat non ha presentato il piano di investimenti stabilimento per stabilimento». Anche ieri la Fiat invece di mettere sul tavolo modelli, fabbriche, numeri, ha usato le …

"ll pendolo mafioso", di Alberto Cisterna*

Il 2010 ha assunto i contorni dell’annus horribilis per la città di Reggio. Mai la ’ndrangheta aveva mostrato una simile volontà di aggressione verso le istituzioni. Certo non erano mancati i gesti eclatanti, anzi l’efferatezza di talune azioni era una sorta di macabro logo delle cosche calabresi. Pochi lo ricorderanno, ma nelle faide degli Anni 80 erano stati deliberatamente uccisi persino bambini di pochi anni colpevoli solo di un cognome o di una parentela. Per non parlare della barbarie dei 180 sequestrati dall’Anonima. Eppure c’è qualcosa di incolmabile tra la strage di Duisburg del 2007, con sei giovani cadaveri nelle strade tedesche, e gli eventi di Reggio del 2010. Quello era l’ennesimo episodio di una guerra tra cosche iniziata molti anni prima, la fiamma di un rogo in cui si fronteggiavano uomini resi implacabili dagli enormi profitti della cocaina. Mentre a Reggio da gennaio, ossia dal primo attentato all’ufficio retto da Di Landro, sembra in scena una trama diversa, quasi che all’impeto delle armi si sia sostituita la logica del logoramento, l’opzione per un conflitto …