Giorno: 3 Marzo 2011

"In piazza il popolo tricolore per Scuola e Costituzione", di Mariagrazia Gerina

Stavolta il popolo che scende in piazza, a Roma e in tutta Italia, indosserà semplicemente il tricolore. «Verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni», come recita l’articolo 12 della Costituzione. Sarà lei, che già campeggiava nei cortei viola del No-B Day, la protagonista, solenne e popolare, del 12 marzo, proclamato «C-Day», giornata della Costituzione. Da leggere, da portare in piazza, da regalare, da declamare. Da difendere dalle «randellate» del presidente del Consiglio. Perché a sessantaquattro anni dalla sua promulgazione è ancora lei la difesa più forte di tutto ciò che, essenziale per la democrazia, finisce sotto attacco. A cominciare dalla scuola pubblica. E per questo sarà una ventenne, Sofia Sabatino, della Rete degli studenti, a salire per prima sul palco di piazza del Popolo. In nome dei milioni di studenti, insegnanti, assistenti scolastici, offesi, in una sola battuta, dal premier. Quale migliore riparo anche per loro della Costituzione? «Difendere la scuola pubblica e difendere la Carta costituzionale è una sola battaglia», spiega Sofia, rilanciando a tutto il popolo del 12 marzo …

"Bondi si dimette. Forse. Chissà", di Il Polemista

Il ministro per i Beni culturali dichiara sulle pagine del Giornale la voglia di mollare. Silvio sa tutto, ci penserà lui . Il ministro della Cultura, Sandro Bondi, rassegnerà “presto” le dimissioni dal governo. “Caro Silvio, tempo per tornar indietro non v’è ne più…addio ministero, addio. Addio. Ora voglio dedicarmi al ruolo di senatore e alla poesia….va bene, va bene, come vuoi tu. Domani torno al ministero!” Dichiarando l’intenzione di dimettersi da ministro, Bondi ha davvero ha preso un abbaglio se pensava che fosse uno shock per i suoi colleghi e i suoi amici. Le dimissioni per ragioni personali e con le lacrimucce negli occhi per non essere stato consolato dalla maggioranza “puzzano di bruciato”. Anche perché è passato poco tempo dall’altro pianto ministeriale di Mara Carfagna che annunciava l’abbandono del dicastero prima di una telefonata del boss che rimetteva a posto tutto. Cosa farà Silvio per far cambiare idea al suo poeta romantico? Si strapperà i capelli o proporrà Apicella ai Beni Culturali? O molto più semplicemente gli dirà: tu da lì non ti …

"Il Pd denuncia la stretta sulle onlus", di Marco Mobili

Una semplificazione che vale una stangata per onlus, imprese edili ed enti pubblici. Con il via libera al federalismo municipale il governo modifica profondamente l’intero impianto dell’imposta di registro, prevedendo a partire dal 2014 due sole aliquote: 9% per i trasferimenti degli immobili in genere e 2% per quelli adibiti a prima casa. Ma nel riscrivere le regole, spiega Massimo Vannucci (Pd) e componente della commissione Bilancio della Camera, il decreto, con un semplice colpo di penna cancella «tutte le esenzioni e le agevolazioni tributarie anche se previste in leggi speciali», con il risultato che il peso dell’imposta di registro, in molti casi, scende dell’8 per cento. Basta scorrere il decreto istitutivo dell’imposta di registro (Dpr 131/86) per rendersi presto conto che, ad esempio, nel caso in cui le onlus (organizzazioni non lucrative di utilità sociale) dovessero acquistare beni per lo svolgimento della propria attività si vedranno applicare un imposta di registro del 9% sul valore del bene, rispetto all’attuale versamento in misura di 168 euro. Stesso trattamento, con stessa tariffa, per i trasferimenti di …

"Se l´istruzione per tutti diventa un bersaglio", di Stefano Rodotà

In pubblico, con toni veementi (esagitati?), il Presidente del Consiglio è andato all´attacco della scuola pubblica come luogo di cattivi maestri, dalla quale a buon diritto genitori liberi e pensosi vogliono tenere lontani i figli. Non è una novità. Per raccattare voti, Berlusconi non va mai troppo per il sottile. Ma una scuola allo stremo avrebbe meritato ben altra attenzione da parte del Presidente del Consiglio e della sua sempre fedele ministra dell´Istruzione (così ne avrebbe scritto Damon Runyon). Se una parola doveva venire, questa doveva essere di riconoscenza e rispetto per chi, in condizioni personali e ambientali sempre più difficili, svolge l´essenziale funzione della trasmissione del sapere e della formazione dei giovani. E anche di rispetto per gli studenti, ridotti nelle sue parole ad oggetti docilmente manipolabili, e che invece hanno mostrato di essere tutt´altro che inclini all´indottrinamento, di possedere sapere critico. Ma è proprio il sapere critico che inquieta, che turba il disegno di una scuola tutta e solo votata alla “formazione al settore produttivo”(queste le larghe vedute del Governo). La scuola pubblica …

"Il pericolo è un altro Kosovo", di Marta Dassù

La discussione italiana sulla Libia appare sempre un po’ fuori tempo. Siamo partiti troppo lenti, sperando nello status quo. Si è detto che Gheddafi non era come Mubarak: infatti non lo è, è ben peggiore. Ci siamo poi concentrati sul cosiddetto esodo biblico dal Maghreb: e finalmente cominciamo a preoccuparci delle sue conseguenze umanitarie. Infine, mentre c’è aria di guerra civile e sono state firmate le prime sanzioni dell’Onu, abbiamo aperto un «grande dibattito» sul Trattato bilaterale italo-libico: un Trattato che non avrebbe dovuto essere firmato e che è stato ormai superato dagli eventi (qualunque sia l’artificio giuridico per sospenderne l’applicazione). Insomma, stiamo perdendo di vista il punto cruciale. Il punto cruciale è che Gheddafi non sta mollando e non lo farà. Del resto, la prospettiva del ricorso al Tribunale internazionale rende più difficile di prima una via di uscita negoziata (esilio?) col raiss di Tripolitania. Nel frattempo, la Libia è spezzata in due: la Cirenaica da una parte, con il governo provvisorio di Bengasi, e Tripoli dall’altra. In mezzo, quei millecinquecento chilometri di costa …