Giorno: 17 Maggio 2011

"Ora, presto, l’alternativa", di Stefano Menichini

Non ce l’aspettavamo così. Nessuno se l’aspettava così. Neanche Giuliano Pisapia e i suoi bravi ragazzi, oggi ebbri di gioia, meritatamente elevati a eroi nazionali dopo anni trascorsi da pecore nere. Neanche Bersani, che pure aveva visto giusto e s’era sbilanciato sul ballottaggio. Neanche noi di Europa, che un mese e mezzo fa avevamo incitato il Pd nazionale a crederci di più, perché a Milano poteva realizzarsi il miracolo. È vero che il capolavoro deve ancora completarsi, ma il vento soffia nelle vele del centrosinistra. Lo dicono i numeri, che pretendono dalla Moratti una rimonta senza però bacini elettorali ai quali attingere, cosa che invece Pisapia può fare. E lo dice la politica. Mentre scriviamo la Lega tace. Sconfitta, ferita, furiosa, minacciosa. Che cosa le importa del destino della Moratti, difficile da recuperare? Che cosa le importa dei ballottaggi? Il collasso dei rapporti con Berlusconi potrebbe verificarsi anche prima del secondo turno. Anche oggi. Non sappiamo in quali forme. Ma la legislatura del 2008, trascinatasi fin qui, s’è chiusa. Con lo squillo di una stagione …

"In rotta l'Alleanza del Nord Lega e Pdl, disastri in serie", di Massimo Razzi

Non è solo Milano il problema di Bossi e Berlusconi. Da Bologna a Savona, da Varese a Rovigo, i due partiti lasciano sul terreno decine di punti percentuali. Persino dove vincono. E quando perdono (come a Torino) si riducono a quote di sopravvivenza. In rotta l’Alleanza del Nord Lega e Pdl, disastri in serie Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese, attende i risultati. Anche lui dovrà andare al ballottaggio ROMA – Un abbraccio se non mortale, quantomeno velenoso. La Lega di governo affonda insieme al Pdl in una delle peggiori giornate elettorali di Berlusconi e del centrodestra. Un dato per tutti che riguarda la provincia di Treviso 1che, pure, il centrodestra conquista al primo turno col 57,6%. Il presidente leghista Leonardo Muraro si conferma con la stessa percentuale del 2006, ma la Lega Nord perde quasi il 20 per cento in un anno passando dal 48,5% delle regionali 2010 al 29,6% di oggi. Il Pdl cede molto meno (circa il 2%) ma passa dal 15,5% al 13,7%, percentuali decisamente basse rispetto al 27,3% delle politiche …

"Due risposte amare per il premier", di Luigi La Spina

Due risposte molto chiare. La prima sul piano nazionale, la seconda sul governo delle città. E’ questo il significato fondamentale delle elezioni amministrative che hanno coinvolto circa 13 milioni di italiani. A Milano, la sorpresa maggiore e dalle conseguenze più importanti: Berlusconi aveva sollecitato un altro referendum su di sé e, questa volta, è stato sconfitto. La Lega sperava di cavalcare l’onda lunga di un successo che sembrava crescente e, invece, deve registrare un netto arretramento. La delusione per i voti mancati a Bossi e per l’imprudente affiancamento del leader leghista alla campagna elettorale della Moratti aprirà certamente una profonda riflessione in quel partito, con probabili conseguenze negli equilibri del governo nazionale. Anche perché non è solo a Milano che la Lega perde consensi. Pure nell’altra grande città del Nord, a Torino, il test per il partito del governatore piemontese Roberto Cota non è certo rassicurante. Alla riflessione è soprattutto chiamato, però, il presidente del Consiglio. Non solo per gli effetti della radicalizzazione propagandistica che ha voluto imprimere alla campagna elettorale. Non solo per la …

"Un'altra Italia", di Massimo Giannini

La favola è finita. Il berlusconismo come narrazione epica e proiezione carismatica cade sotto i colpi della nuda verità. Non c´è più spazio per la menzogna sistematica, la propaganda populistica, la manipolazione mediatica. Questa volta il presidente del Consiglio non può brandire sondaggi posticci come armi di distrazione di massa. Questa volta c´è il voto di tredici milioni di italiani, a dimostrare che la sua parabola politica non è un «destino ineluttabile», e nemmeno una «biografia della nazione». È stato Berlusconi ad annunciare che questo appuntamento elettorale era molto più che una contesa locale. È stato lui stesso a definire il voto di Milano «un test nazionale», e a trasformare di nuovo (come ha sempre fatto dalla mitica discesa in campo del ´94) la chiamata alle urne nell´ennesimo, titanico «referendum» sulla sua persona. Ebbene, la risposta degli elettori è inequivocabile. Il premier ha perso il suo referendum. E lo ha perso in modo clamoroso, subendo il colpo più devastante proprio nel cuore del suo sistema di potere. Nella città dove la favola era cominciata, e …