Giorno: 8 Luglio 2011

"Giulio, Renato e la conferenza dei cretini", di Francesco Merlo

Torna, a fine regime berlusconiano, la maledizione socialista, quella speciale maniera di andare a male senza eroismi, di uscire di scena guastandosi, di farsi reciprocamente la linguaccia, di degenerare nella comicità involontaria e nel livore.Tremonti, Brunetta e Sacconi hanno le stesse origini. Scampati per miracolo alla decimazione della schiatta socialista, erano come l´ultima legione romana che, nel trionfante regno dei barbari, aveva saputo creare un´isola di sopravvivenza. Adesso invece si insultano, si disprezzano, sibilano «scemo» e «cretino» ed è facile prendersela con Brunetta che di tutti è il più caricaturale, quello che sta guastando anche gli ultimi giorni di Pompei. Ma Tremonti e Sacconi, e con loro Cicchitto e gli altri, il napoletano Caldoro e i tanti piccoli garofani appassiti, sono pur sempre i fratelli di Brunetta, fratelli coltelli, parenti serpenti … Dentro un governo dove ciascuno rinfaccia all´altro i trucchi andati a male, la vergogna per il Lodo Mondadori, loro danno spettacolo nello spettacolo e con l´umore definitivamente irritato rubano la scena persino a Berlusconi, che è tutto dire. E realizzano appunto una maledizione, …

"Università. PD: Da Gelmini ancora solo parole", di Marco Meloni*

La torrenziale conferenza stampa sull’iter di attuazione della riforma universitaria tenuta oggi dal ministro Gelmini è stata l’ennesima occasione perduta per dire tutto senza dire nulla. Parole, impegni, promesse, ma nessuna spiegazione convincente sullo stato di paralisi nel quale l’inefficienza del MIUR sta gettando l’intero sistema universitario italiano. Anziché parlare di decreti firmati e non operativi, meglio avrebbe fatto il Ministro a raccontare per quale ragione ad oltre cinque mesi dall’entrata in vigore della riforma, e sei dalla sua definitiva approvazione, solo uno (uno!) della quarantina di decreti attuativi previsti è stato ad oggi pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Vogliamo ricordare che lo scorso 13 aprile il ministro ha affermato davanti all’assemblea della Camera dei Deputati che la riforma sarebbe stata pienamente operativa entro la fine di luglio. Oggi, 7 luglio, ci ha spiegato che sarà pienamente operativa entro ottobre. A questo punto si può facilmente prevedere che ad ottobre ci verrà a raccontare che sarà pienamente operativa per il prossimo gennaio, e così via. In questo contesto il solo dato di fatto è che il …

"Autonomie verso lo strappo", di Eugenio Bruno

Ormai lo «strappo» istituzionale è consumato. Assente Tremonti che per il momento rifiuta anche solo contatti telefonici, assente Berlusconi che ancora non concede l’incontro «urgente» chiesto a gran voce. Così ieri sindaci, governatori e presidenti di Provincia hanno dovuto prendere atto della rottura dei rapporti col Governo sulla manovra. Solo una brevissima apparizione – presenti i ministri Fitto, Sacconi e Calderoli – in Conferenza unificata per esprimere la profonda insoddisfazione verso il decretone. Un breve scambio di vedute dai toni anche aspri, e poi via. Al momento i rapporti restano sospesi. Col cammino del federalismo fiscale in bilico, i servizi sociali e sanitari a rischio, i cantieri fermi, gli investimenti al palo, i fondi alle imprese in naftalina. L’universo delle autonomie, compatto, è pronto a dare battaglia aldilà degli schieramenti. Dall’Esecutivo ieri sono arrivate timide aperture, tutte da verificare nei fatti. Fitto s’è detto sicuro («pur nell’asprezza dei toni di oggi rispetto ai rapporti istituzionali») che l’incontro richiesto si potrà fare presto. Mentre Calderoli, riconoscendo come «ragionevoli» le critiche a una manovra che arriva in …

"Un Fatto abusivo su Berlinguer", di Stefano Menichini

Si tranquillizzino quelli che si preoccupano per il futuro dell’antiberlusconismo di stampo giustizialista quando non ci sarà più Berlusconi. Non rimarranno disoccupati, coloro per i quali il casellario giudiziario è il prisma attraverso il quale leggere l’Italia, e che ritengono che ogni politico o uomo di potere siano a priori colpevoli di qualcosa, finché non riescono a dimostrarsi innocenti. Al Fatto, per esempio, hanno deciso di riposizionarsi per tempo. Per loro, quando Berlusconi non ci sarà più non cambierà granché: la politica è comunque un oceano di corruzione, nessun partito fa eccezione e il Pd – in quanto futuro probabile principale partito di governo – merita fin d’ora un bel trattamento demolitorio. Ed ecco allora ieri la prima pagina, titoli, commenti, articoli: «Questione morale addio», «La diversità perduta», «Berlinguer chi era costui?», «Mazzetta rossa la trionferà». Magari si trattasse del prezioso ruolo del watch-dog che non fa sconti ad alcuna parte politica. Questa è intimidazione a mezzo stampa. È la negazione di una qualità politica differente che, passando dalle sfuriate di Beppe Grillo, finisce per …

"Perché le donne in piazza vogliono la metà di tutto", di Giancarlo Bosetti

Le donne di “Se non ora quando” vogliono diventare un movimento sociale, organizzato e duraturo nel tempo. E questa è la prima buona notizia che arriva dall´annunciata due giorni di Siena (domani, sabato 9, e domenica 10). La seconda è che, con loro, si affaccia non solo un bacino elettorale, ma anche una promessa di ricambio della classe dirigente politica.L´onda che ha riempito le piazze il 13 febbraio scorso ha già raggiunto Milano, che ha ora una giunta comunale con sei donne e una vicesindaco, Maria Grazia Guida, che viene dal volontariato, ma la stessa onda ha dato propulsione al referendum che ha liquidato legittimo impedimento, nucleare e tutto il resto. Nei “sì” le donne hanno pesato più dei maschi, con un 59% contro il 55% (fonte Ispo). Il cammino di questo movimento è cominciato fin da quando il gruppo iniziale mise in scena lo spettacolo “Libere”, di Cristina Comencini, che si presentava subito come l´inizio di qualche cosa di nuovo, fuori del teatro. E l´andatura si è fatta poi spedita, grazie alla determinazione di …

Non solo pensioni e Bot. Serviranno più tasse per arrivare al pareggio", di Bianca Di Giovanni

Cominciano a uscire i numeri «veri » della manovra, quelli della relazione tecnica redatta dalla Ragioneria. Ebbene, l’intervento nel 2014 arriva a 24 miliardi di euro. Come anticipato dal Pd e da l’Unità due giorni fa, nel 2014 non si raggiungerà il pareggio di bilancio. O meglio, tutto è affidato alle deleghe, quella sul fisco e l’altra sull’assistenza, che sono ancora tutte da scrivere. Dalle tasse e dai tagli al welfare il governo punta a reperire ben 15 miliardi. Ma l’operazione non può che essere rinviata, visti i pesanti effetti sociali. Il ministro parla di riordino delle detrazioni, prefigurando un consistente taglio. Se si pensa che gran parte degli sconti fiscali sono oggi attribuiti ai redditi da lavoro, e in particolare ai carichi familiari, si ha l’idea dei possibili effetti dell’intervento. Ieri il presidente Giorgio napolitano ha ammonito sul fatto che «la legge di riforma fiscale va decisa nel momentoopportuno, va seguita da decisioni ulteriori e sicuramente da completamente economici necessari ». Come dire: l’operazione non sarà semplice. «Ma vediamo cosa decide il Parlamento», ha …

"Le cattive compagnie di SuperGiulio", di Gianni Del Vecchio

La richiesta di arresto per l’ex consigliere imbarazza l’uomo forte del governo, Tremonti. «Era un commento sottovoce, come ce ne possono essere tanti, pare comunque che l’incidente sia chiuso, Tremonti ha chiesto scusa in consiglio dei ministri. Brunetta era dispiaciuto ma ha avuto la solidarietà di tutti. Andremo tutti al suo matrimonio». Il ministro allo sviluppo economico, Paolo Romani, ha ovviamente cercato di sdrammatizzare la brutta gaffe del collega all’Economia, pizzicato dalle telecamere a insultare Brunetta durante la conferenza stampa in cui i ministri economici hanno illustrato la manovra. Giulio Tremonti s’è lasciato andare a un eloquente «Questo è il tipico intervento suicida, è proprio un cretino », mentre Brunetta difendeva i tagli alla spesa del pubblico impiego, il blocco del turnover e quello degli incrementi salariali. Tutte misure che il titolare di via Venti settembre avrebbe preferito fossero rimaste in secondo piano mentre il politico veneziano le stava spiattellando a tutti i giornalisti. Quella che in un altro momento sarebbe stata interpretata come una semplice caduta di stile, nel governo litigioso e balcanizzato di …