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"I bocciati fantasma del ministro Gelmini", di Benedetta Tobagi

Ammettiamolo: era davvero difficile battere l´exploit del fanta-tunnel per neutrini. Ma Mariastella Gelmini è riuscita ancora una volta a lasciarci a bocca aperta. Il ministro avrebbe occultato e manipolato i dati sulle bocciature, pur di propagandare l´immagine di una scuola più severa sotto la sua guida. La Gelmini, d´altronde, ha fatto dell´ideologia del rigore, nutrita di elementi simbolici ed esteriori (il voto in condotta, il grembiule, la “liberalizzazione” delle bocciature anche nel ciclo di base) il suo cavallo di battaglia. La bocciatura è diventata l´incarnazione plastica della reazione al permissivismo “sessantottino”, fucina di tutti i mali. Da qui, l´inammissibilità di un calo nel numero dei bocciati: un dato quantitativo che di per sé può significare qualunque cosa, ma al ministro preme solo in quanto incrina un´immagine propagandistica diffusa con insistenza martellante.
Questa notizia deve turbarci profondamente per almeno tre motivi.
Primo: ci ricorda che viviamo in un mondo alla rovescia in cui i responsabili della pubblica istruzione si vergognano perché, stando ai numeri, la scuola, nonostante i tagli, adempie bene al suo compito, che è formare gli studenti, dunque portarli alla promozione, e non bocciarli. Alla Gelmini è caro il modello-azienda, ma nemmeno le imprese che invocano a gran voce una maggiore libertà di licenziare misurano la loro performance in termini di dipendenti espulsi.
Secondo: i numeri sono un pilastro portante della retorica di questo governo. Strumento di potere e incantamento, vengono sciorinati a ogni occasione per impressionare l´uditorio con un´immagine di concretezza ed efficienza, ma è ormai documentato che gli esponenti del governo spesso diffondono numeri falsi o errati. Ma la prassi instaurata dal Miur in era Gelmini sembra da regime comunista: oscurare i dati, manipolarli o concederli col contagocce, per privare docenti, analisti e osservatori del diritto democratico di sottoporre a pubblico controllo l´azione di governo.
Terzo: ancora una volta emerge una sconcertante mancanza di coerenza tra parole e fatti, tanto più grave in quanto emana dalla figura cui fa capo tutto il sistema educativo. Che genere di messaggio trasmettiamo ai ragazzi? Se al compito di matematica i dati non tornano, devono sentirsi autorizzati a truccare le cifre? «Se c´è più rigore a scuola è un bene per il paese – Gelmini dixit – perché è fra i banchi che si forma la nuova classe dirigente». Ministro, lei ha appena 38 anni, è un esponente di spicco della “nuova classe dirigente”. Vuole applicare un po´ del rigore che tanto declama anche a se stessa?

La Repubblica 04.10.11

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“Scuola, calano i bocciati così la Gelmini ha nascosto il flop della linea dura”, di Salvo Intravaia

E sul sito del Miur note stringate hanno sostituito i risultati integrali degli scrutini. Calano i respinti alle scuole superiori: dal giugno 2008 al giugno 2011 sono scesi quasi del due per cento. La “linea della severità” annunciata da Mariastella Gelmini esce ridimensionata dalle scelte dei professori, lo si scopre leggendo i dati dell´ultima stagione approdati in viale Trastevere, mai resi pubblici e ora consultati da Repubblica. È dal 2008 che il Miur non ha più pubblicato ufficialmente, ovvero sul sito del ministero, i risultati integrali degli scrutini di fine anno limitandosi a stringati comunicati stampa. Adesso si scopre che negli anni del Governo Berlusconi non c´è mai stata alcuna crescita dei bocciati alle medie superiori: niente pugno di ferro dei professori contro gli studenti riottosi e pelandroni.
È una storia travagliata e piena di censure quella degli scrutini di fine anno ai tempi della Gelmini. L´ultima pubblicazione completa e senza errori sugli esiti di fine anno risale al luglio del 2007, quando a Palazzo della Minerva sedeva Giuseppe Fioroni. L´anno dopo, con il cambio del ministro, arriva la prima sorpresa: un clamoroso refuso aritmetico fa schizzare in alto il numero complessivo dei bocciati. Il 13 settembre del 2008, quattro mesi dopo l´insediamento della Gelmini, il ministero comunica infatti che «dopo le verifiche di fine agosto il totale degli studenti non promossi per l´anno 2007-2008 si attesta al 16,2 per cento del totale, mentre nell´anno scolastico 2006-2007 i bocciati furono il 14,2 per cento». Nel conteggio, già allora, c´era qualcosa che non quadrava. «A giugno – spiegava il comunicato ufficiale – gli studenti promossi sono stati il 59,4 per cento del totale, i non ammessi sono stati il 13,8 per cento e quelli con giudizio sospeso il 26,8 per cento». Proseguiva la nota: «Circa il 6 per cento degli studenti che hanno effettuato le prove di verifica a fine agosto sono stati bocciati portando la percentuale dei non ammessi al 16,2 per cento». Però il 5,9 per cento – che è quel “circa il 6 per cento” – di bocciati a settembre sul 26,8 di rimandati a giugno determina l´1,6 per cento di respinti. Se si somma questa quota al 13,8 dei bocciati a giugno la percentuale complessiva di respinti arriva al 15,4 per cento. E non al 16,2. In quella stagione di partenza, ecco, i dati già non tornavano e, comunque, erano inferiori di uno 0,8 per cento a quelli dichiarati.
L´anno successivo, il 23 giugno 2009, il ministero lancia un comunicato che riporta i dati delle bocciature di fine stagione nelle prime quattro classi delle superiori: 13,6 per cento. E nel 2010, il 12 giugno, si torna a parlare dell´argomento. «Scuola, Miur: primi dati su esito scrutini, più severità», recita una nota ministeriale. Si legge: «Per quanto riguarda i risultati degli scrutini relativamente alle prime quattro classi delle scuole superiori, i dati disponibili segnalano un incremento significativo dei non ammessi. Rispetto all´11,7 per cento dei non ammessi alla classe successiva del precedente anno scolastico, quest´anno nelle stesse scuole la percentuale sale al 13,1 per cento». Ma l´anno prima, in verità, si parlava di un 13,6 per cento. Errore anche questo?
Infine, il dato dei bocciati di giugno del 2010-2011 nelle prime quattro classi delle medie superiori, mai reso pubblico da viale Trastevere. Parla dell´11,9 per cento di non promossi a giugno. Sono quasi due punti percentuali (1,9%) in meno rispetto al 2007-2008, il primo anno di insediamento della Gelmini. E da allora i dati dei bocciati a giugno sono sempre stati in calo progressivo.

La Repubblica 04.10.11