Giorno: 11 Ottobre 2011

"La prova dei fatti:"L'Italia è diversa dai luoghi comuni", di Gian Antonio Stella

«Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune», scrive il Manzoni ne I promessi sposi, spiegando come non tutti abboccassero all’idea che la peste fosse propagata dagli untori. Ma ci si può ribellare all’opinione comune, se l’antico adagio dice vox populi, vox Dei? Non solo si può: si deve. Sia per motivi etici, sia per gestire meglio le situazioni di crisi. E lo dimostra un libro del demografo Gianpiero Dalla Zuanna e dell’economista Guglielmo Weber. Il titolo, che gioca un modo di dire, dice tutto: Cose da non credere. Il senso comune alla prova dei numeri. Qui è la differenza: «il senso comune si nutre di miti, il buon senso di fatti». È vero o no, ad esempio, che «i nostri figli fanno sesso già alle medie»? Falso: «Può accadere che chi raccoglie dati su campioni italiani di sedicenni (…) proclami urbi et orbi che l’età media del primo rapporto sessuale dei giovani si è ormai abbassata a 14 anni. Peccato che il calcolo venga fatto solo sul gruppo …

"Caos sullo sviluppo, spunta la mini-patrimoniale", di Valentina Conte

E’ ancora battaglia sul condono. «Non va escluso», ribadisce Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. «Non è praticabile», gli replica Luigi Casero, sottosegretario all’Economia. «Riforme sì, condono no», titola la Padania di oggi. Così, mentre le tensioni nella maggioranza si acuiscono e nessuno ancora esclude una patrimoniale anche in versione “mini”, slittano sia il decreto Sviluppo che la Legge di Stabilità (la ex Finanziaria), per un varo forse contestuale. «Entro fine ottobre», riferisce Casero per il dl sviluppo, ma «senza condoni». Tra i motivi del ritardo anche il duro braccio di ferro tra i dicasteri sui tagli da 7 miliardi decisi dalle manovre estive. Alla Ragioneria dello Stato non sarebbero pervenute ancora le proposte dei ministri sulla distribuzione dei sacrifici. La Legge di Stabilità, da approvare entro il 15 ottobre di ogni anno, potrebbe intanto prevedere nuove misure: un prelievo dell’1% sulle baby-pensioni di coloro che hanno smesso di lavorare prima dei 50 anni (soprattutto dipendenti pubblici) e la proroga al 2012 della tassazione agevolata sui premi di produttività. Agevolazione pari al 10%. «Il …

"Gli occhi chiusi dei leader leghisti", di Aldo Cazzullo

La rivolta anti bossiana di Varese (qualcosa come un moto anti islamico alla Mecca) merita riflessioni più approfondite di quelle che pure uomini intelligenti come Reguzzoni hanno tratto. La linea dei dirigenti più vicini al capo è chiarissima: minimizzare. Far finta di nulla. Troncare e sopire, sopire e troncare. Eppure è evidente che la Lega deve definire al più presto tre questioni molto serie: la leadership; il rapporto con Berlusconi; la rappresentanza dei militanti e del suo blocco sociale. La Lega è sempre stata una struttura monocentrica, costruita attorno alla famiglia Bossi e agli amici intimi. Ma ora quello schema non regge più. Il declino del capo, l’invadenza dei familiari, l’aggressività dei pretoriani fa somigliare la Lega di oggi a un gruppetto leninista degli anni Settanta, incancrenito attorno a una dirigenza immarcescibile e a incrostazioni ideologiche, più che al movimento agile e corsaro delle origini. Al ritorno sulla scena politica dopo la malattia, Bossi disse al Corriere che dopo di lui sarebbe venuto suo figlio Renzo. Allora l’annuncio destò scandalo e incredulità. Invece l’intenzione del …

"Il ritorno di Karl Marx nel cuore di Wall Street", di Paul Krugman

NON sappiamo ancora se i manifestanti del movimento Occupy Wall Street imprimeranno una svolta all’America. Di certo, le proteste hanno provocato una reazione incredibilmente isterica da parte di Wall Street, dei super ricchi in generale. E di quei politici ed esperti che servono fedelmente gli interessi di quell’un per cento più facoltoso. Questa reazione ci dice qualcosa di importante,e cioè che gli estremisti che minacciano i valori americani sono quelli che Franklin Delano Roosevelt definiva i monarchici economici (“economic royalists”) non la gente che si accampaa Zuccotti Park. Si consideri, innanzi tutto, come i politici repubblicani abbiano raffigurato queste piccole, anche se crescenti dimostrazioni, che hanno comportato qualche scontro con la polizia – scontri dovuti, pare, a reazioni esagerate della polizia stessa – ma nulla che si possa definire una sommossa. Non c’è stato nulla, finora, di paragonabile al comportamento delle folle raccolte dal Tea Party nell’estate del 2009. Ciò nonostante, Eric Cantor, leader della maggioranza alla Camera, ha denunciato degli «assalti» e «la contrapposizione di americani contro americani». Sono intervenuti nel dibattito anche i …

"L’euro va salvato è un pilastro per tutto il mondo", intervista a Romano Prodi di Fabio Martini

Romano Prodi scandisce i giudizi con la nettezza di chi è informato direttamente e da fonti privilegiate sui grandi fatti del mondo. Il consolato franco-tedesco in Europa: «Un disastro, perché spinge alla diffidenza gli altri paesi e umilia gli organismi comunitari». Il rinvio del vertice europeo? «Può essere un bene, perché meglio rinviare di una settimana e preparare un accordo forte piuttosto che partorire il solito vertice deludente». Il senso della partita che si sta giocando: «Dopo anni gli Stati Uniti, da qualche giorno hanno capito che se crolla l’euro, è un disastro per tutti». Chiamato in tutto il mondo per tenere conferenze e lezioni – ieri era Barcellona – commentatore della tv cinese, un insegnamento negli Stati Uniti, un incarico Onu, l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi si tiene aggiornato, anche se aspetta con un pizzico di curiosità il suo ritorno sulla tv nazionale, fissato per questa sera su «la 7»: «Sono passati 20 anni dalle lezioni di economia sulla Rai, ma sembra passato un secolo, oggi non sopportano più gli interventi lunghi. …

"Se il potere esige la privacy", di Carlo Galli

La maggior parte dei goffi tentativi di rendere accettabile l’inaccettabile legge-bavaglio si fonda sull’argomento liberale della privacy, cioè della tutela della vita privata del cittadino. Ma si tratta di una mistificazione. Lo dimostra un’analisi non ideologica. Lo dimostra una valutazione non dogmatica ma storica e politica del liberalismo. È una mistificazione che nasce dall’identificazione di Berlusconi con “il cittadino”, ovvero dall’omissione, voluta e consapevole, dell’elemento del potere, dei rapporti di potere; omissione che è appunto l’essenza dell’ideologia. La privacy – insieme all’habeas corpus di cui è una conseguenza – è stata infatti progressivamente elaborata, in età moderna, per affermare l’autonomia e l’autocontrollo del cittadino, il suo dominio su se stesso, per consentirgli, insomma, di difendersi dal potere; per istituire uno spazio fortificato, e ben presidiato dalla legge, che custodisce la prima libertà moderna: la vita del singolo. Ma questa affermazione di libertà si inserisce in una lotta fra popolo e governi assoluti, e non si esaurisce in se stessa; fa parte di una più ampia rivendicazione di trasparenza e di pubblicità del potere, delle sue …

"Le crepe della Lega", di Michele Brambilla

Fa quasi tenerezza Marco Reguzzoni quando definisce «enfatizzazioni giornalistiche» i resoconti sulla protesta della base leghista di Varese. Per essere più convincente, Reguzzoni aggiunge che «tra l’altro la stampa non era nemmeno presente». È un’aggiunta infelice che trasforma la smentita in una conferma. Certo che i giornalisti non c’erano: ma non c’erano perché i capataz della Lega non li avevano fatti entrare. E per quale ragione non li avevano fatti entrare, se non per il timore che vedessero l’invedibile, e cioè Bossi contestato a casa sua? «Mi creda – ci confida un esponente leghista che domenica era in sala -, quello che hanno pubblicato i giornali non è enfatizzato, al contrario è riduttivo». Amministratori locali, militanti e semplici iscritti hanno urlato il loro dissenso contro un congresso provinciale che – alla faccia dell’autodeterminazione dei popoli – è sembrato degno di un Politburo. Bossi ne è rimasto sconvolto. Anche perché è stata una protesta spontanea, non organizzata: anzi l’ordine dei colonnelli dissidenti era quello di «non fare casino». E così, la giornata di domenica scorsa potrebbe …