Giorno: 3 Settembre 2013

“Carrozza a caccia di 600 milioni”, di Alessandra Ricciardi

È lievitato a circa 600 milioni di euro, dai 400 iniziali, il pacchetto scuola messo a punto dal ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza. E nel conto non rientra l’università, le cui misure allo studio dovrebbero finire in un decreto ad hoc, e neanche il piano triennale per le assunzioni degli insegnanti, già annunciato ma i cui oneri non sono stati ancora quantificati. In attesa di definire i costi, e soprattutto di avere un riscontro sulle coperture da parte del Tesoro, il decreto legge per la scuola salterà un giro, si parla come prossima data papabile del 9 settembre, alla vigilia della riapertura di tutte le scuole. Sempre che il confronto con il ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, si chiuda positivamente. Un risultato, questo, sul quale sono scettici gli stessi tecnici del ministero dell’istruzione che hanno scritto buona parte delle misure oggetto di esame. «Vanno stabilite le priorità, che devono essere il più possibile ad ampio impatto», dicono da Viale Trastevere. In pole la misura della stabilizzazione dei docenti di sostegno su tutti i posti di organico: …

“Marchionne si arrende. Delegati Fiom in fabbrica”, di Laura Matteucci

Bocciata dalla Corte Costituzionale, la Fiat è costretta a fare retromarcia, e ad accettare la nomina dei rappresentanti sindacali aziendali Fiom Cgil. Incassa e subito rilancia, però, passando la palla al governo, con la solita minaccia di andarsene dall’Italia con produzione al seguito. Stavolta, sul piatto della bilancia c’è quella nuova legge sulla rappresentanza sindacale che la stessa Cgil chiede da almeno un decennio. Condizione necessaria, dice una nota del Lingotto, per la continuità dell’impegno industriale in Italia primi fra tutti gli investimenti per Mirafiori, dove la cassa integrazione scadrà a fine mese, e per Cassino. Il leader Fiom Maurizio Landini canta vittoria: «A tre anni dalla firma dell’accordo che l’aveva esclusa, la Fiom rientra in fabbrica dalla porta principale. Ora ci aspettiamo anche il riconoscimento dei diritti sindacali, a partire dalla possibilità di convocare le assemblee, alla riapertura delle salette sindacali, fino al riconoscimento delle ore di permesso sindacale. Cosa non scontata visto che l’azienda, anche laddove costretta dai Tribunali a riconoscere il ruolo delle Rsa Fiom, le ha comunque discriminate non concedendo le …

“La scommessa del Liceo classico”, di Maurizio Bettini

Il liceo classico è in crisi? Visto il modo in cui trattiamo in Italia la cultura umanistica, mi stupirei del contrario. Pompei si sgretola, i laureati in discipline umanistiche lavorano nei call center e i dottori di ricerca, se va bene, emigrano: perché mai un giovane dovrebbe iscriversi al liceo classico? Nella percezione comune, peraltro largamente alimentata da governanti e gestori di media televisivi, l’immagine di ciò che chiamavamo “cultura” si è trasformata in una sorta di hobby al netto di oneri per lo stato, capace di suscitare interesse solo se i “beni culturali” si comportano da veri “beni”, ossia producono ricchezza: e pazienza per l’aggettivo “culturali”. Certo è molto triste trovarsi nella condizione di dover giustificare la pratica della cultura umanistica proprio in Italia. Come minimo uno si domanda che fine faranno i suddetti “beni” in un paese che sta perdendo la sola dimensione all’interno della quale essi acquistano senso, ossia la relativa “memoria” culturale. A che serve restaurare il Colosseo se l’unica cosa culturale vagamente nota a chi lo visita sarà Il gladiatore …

“Non siamo gli sceriffi del mondo l’America è stanca della guerra”, di Antonio Monda

Paul Auster vive con angoscia l’intenzione di Obama di attaccare la Siria, e segue giornalmente l’evoluzione di una situazione ancora molto incerta, nella quale sembra che ogni soluzione possa portare elementi negativi e anche tragici. «Non avrei mai pensato di vivere nuovamente, una situazione del genere» racconta con tono amaro e disilluso. «Sembra che l’America, e con essa il mondo intero, sia condannato alla violenza». Come si sente un liberal di fronte ad un presidente democratico che scatena la guerra? «Mi sento male, e vivo questo momento con grande disagio. Capisco l’angoscia del presidente ». Ritiene che Obama sia titubante o ragionevole? «Mi sembra tormentato. Io personalmente sono fermamente contrario, ma voglio dire che quella di Obama non è una vera dichiarazione di guerra. Non capisco dove possa portare un conflitto di questo tipo, se non a nuove tragedie. Non mi sfuggono gli elementi coinvolti in questa situazione: le stragi di civili, la repressione, la dittatura, gli interessi e le pressioni opposte di Iran e Israele». Obama è anche premio Nobel per la pace… «Questo …