Giorno: 19 Settembre 2013

“Lettera aperta alla Ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza”, da Se non ora quando – Factory

Gentile Ministra Carrozza, siamo un gruppo di donne che insieme ad altre hanno organizzato la giornata del 13 febbraio 2011, giornata che è rimasta nel cuore di tutte. Le confessiamo che il grande successo di quella manifestazione ci ha riempito di gioia, ma anche ci ha lasciate sgomente dal senso di profonda e drammatica necessità che tante donne portavano nelle piazze, necessità e urgenza di cambiamento, di ossigeno. Ricorderà che in quel periodo le nostre istituzioni, il Parlamento, si trovavano impantanati in storie ridicole trasformate in affari di Stato, si votava sulla nipote di Mubarak. Questa nostra presentazione non serve per farci grandi, ma per poter meglio far comprendere che da quel giorno la necessità e l’urgenza di cambiamento non ci hanno più abbandonate e sono diventate per noi interrogazione quotidiana. Una lettera alle istituzioni di questi tempi è inusuale, troppo divaricata è infatti la forbice tra governanti e governati, troppa sfiducia, troppo sospetto, troppa estraneità. Ma questo non vale per Lei, signora Ministra. A parte la stima grande per la sua storia di scienziata, …

“La battaglia dell’Iva allo scontro finale, ma è solo una questione di tempo”, di Raffaella Cascioli

La sterilizzazione dell’aumento dell’Iva sembra ormai giunta al termine in uno psicodramma collettivo. Tra il grido dall’allarme dei commercianti e degli agricoltori che temono un ulteriore crollo dei consumi e gli inviti, più o meno ultimativi, dei due principali partiti di maggioranza, il governo entro la settimana deve sciogliere un nodo che con il passare dei giorni diventa sempre più stretto. Tanto più che la battaglia sull’Iva, intrecciata a filo doppio in questo inizio d’autunno con la partita dell’Imu 2013, ha problemi di copertura vista l’impossibilità per il governo e, in particolare, per il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni di reperire le risorse necessarie da qui a fine anno per cancellare il saldo Imu (2,3 miliardi), congelare per l’ultimo trimestre l’aumento Iva (1 miliardo), rifinanziare la Cig in deroga (5-600 milioni) e le missioni di pace. E così a legislazione vigente a partire dal prossimo primo ottobre l’aliquota ordinaria Iva aumenterà dal 21 al 22% portando l’Italia a detenere il triste primato della percentuale più alta d’Europa. Tuttavia, sarebbe sbagliato non ricordare che l’aumento dell’Iva, la …

“Riforme, diario di un saggio”, di Marco Olivetti

Dopo la conclusione dei lavori della Commissione per le riforme istituzionali, il mio bilancio personale è nel complesso positivo, sia dal punto di vista del metodo di lavoro, sia per quanto riguarda alcune delle proposte riassunte nel documento finale. Il metodo anzitutto: la Commissione ha costruito degli itinerari di riflessione attorno alle grandi questioni costituzionali aperte: la riforma del bicameralismo, la correzione del titolo V, la forma di governo e il sistema elettorale. Lo ha fatto con il metodo della democrazia deliberativa, rinunciando a votare e cercando di far coagulare il consenso attorno ad alcune proposte, registrando le alternative e i dissensi. Abbiamo iniziato i nostri lavori quasi come se fossimo stati program- mati per dividerci sulla forma di governo, un po’ come quei laptop cinesi che hanno un chip che li porta a rompersi dopo qualche anno. Per questo la forma di governo e la legge elettorale sono state messe alla fine dei nostri lavori, anche per consentire uno spirito meno conflittuale su temi come il bicameralismo e il regionalismo, che si ritenevano meno …

“Sedici minuti sei bugie”, di Massimo Giannini

Il video-messaggio di Berlusconi non è solo un concentrato di dolori personali e di rancori collettivi. Come sempre, i suoi sedici minuti di «discorso alla nazione» racchiudono anche una micidiale sequenza di falsità. Dalla ricostruzione delle sue vicende politiche alla «narrazione» delle sue vicissitudini giudiziarie, la menzogna domina la scena e scandisce il plot della fiction berlusconiana. La menzogna, ancora una volta, è «instrumentum regni » del Cavaliere, utile a sovvertire il senso e a generare il consenso. Nel triste, solitario e finale comizio televisivo, registrato come nel 1994 nella location di Villa San Martino, si possono contare almeno sei bugie, che vanno dal bilancio della crisi economica al rilancio della «moderata» Forza Italia. Omissioni della realtà, manomissioni della verità: vale la pena di ripercorrerle una per una, con una esegesi testuale e contro-fattuale, per capire ancora una volta i meccanismi che fanno funzionare la «macchina» del potere berlusconiano. 1) La crisi economica senza precedenti Dice il Cavaliere agli italiani: «Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi economica senza precedenti, in una depressione …

“Il Cavaliere dimezzato”, di Claudio Tito

Nel videomessaggio di Silvio Berlusconi, infarcito di vecchi slogan e consumati atti d’accusa, ci sono due parole che sono state appena accennate. Solo sussurrate ma centrali: decadenza e governo. L’impianto roboante di quel discorso, infatti, sembra costruito per nascondere due circostanze concrete. Che la sua uscita dal Parlamento, ossia la sua decadenza, ormai non è più in dubbio. E che l’esecutivo guidato da Enrico Letta per ora può andare avanti ma la sua scadenza è segnata dalla sostanziale fine di questa strana alleanza, ossia le larghe intese. L’orizzonte in cui si muove la nuova Forza Italia, infatti, è quello delle elezioni anticipate nella prossima primavera. Aver accettato la prospettiva di abbandonare il Senato è dunque il mattone che regge l’intero impianto di questo intervento. Un discorso in cui il tratto della disperazione detta tutte le conseguenze. Sull’attuale governo, sul Pd e anche sul Pdl. Palazzo Chigi e il partito cui appartiene Letta rischiano infatti di ritrovarsi ancor più schiacciati dal peso di una coalizione innaturale. Il Cavaliere non rompe sulle sue vicende giudiziarie, non provoca …

“Puntiamo tutto sull’innovazione.L’appello lanciato al Cnr per uscire dalla crisi”, di Emanuele Perugini

C’è uno spred molto importante di cui non parla quasi nessuno: è quello della cultura e della scienza. Negli ultimi cinque anni lo spread culturale dell’Italia con la Corea del Sud è salito a 430 punti: la percentuale dei giovani laureati nel paese che produce smartphone, elettrodomestici e automobili apprezzatissime in tutto il mondo è infatti del 64 per cento. In Italia è solo del 21 per cento. Nello stesso tempo gli investimenti italiani in ricerca sono crollati del 14 per cento così come l’occupazione dei giovani nelle fabbriche della conoscenza -ovvero gli iscritti all’Università sono scesi del 17 per cento. Le conseguenze di questi risultati sul Prodotto interno lordo, e sulla bilancia dei pagamenti sono disastrose: il deficit commerciale nel settore dell’alta tecnologia ha raggiunto punte dell’ordine del punto di Pil. Sono questi gli aspetti cruciali intorno ai quali è ruotata la discussione che si è svolta ieri mattina presso l’Aula Marconi della sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’occasione giusta per sollevare questo tipo di dibattito è stata la presentazione del libro …