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“Fondazioni, Craxi batte Pertini” di Antonio Carioti

Assegnati i fondi agli istituti culturali. Esclusi anche Di Vittorio e La Malfa

Sono 121 i promossi, 148 i bocciati. Parliamo di istituti culturali e la «promozione» consiste nell`essere ammessi ai finanziamenti pubblici previsti da una legge degli anni Settanta. Per il 2009 la cifra stanziata ammonta a 6 milioni e 527 mila euro, mezzo milione in meno rispetto allo scorso anno. L’apposita tabella predisposta dal ministero dei Beni culturali ha ottenuto ieri il via libera dalla commissione Cultura della Camera e vale per il triennio 2009-2011.
I1 Popolo della libertà ha votato a favore, avanzando alcune osservazioni per bocca della relatrice Fiorella Ceccacci: fra l’altro ha chiesto che si adotti un criterio di pluralismo nella scelta degli enti da finanziare.
E il Partito democratico ha reagito votando contro: «E la prima volta – ha detto la capogruppo del Pd Manuela Ghizzoni – che si pone questo problema, si è sempre cercato di avere criteri scientifici, il riparto dei fondi non deve avvenire su motivazioni ideologiche».
La polemica nasce dal fatto che i beneficiari di questi fondi hanno un carattere molto vario. Ci sono istituzioni di antica tradizione e di alto prestigio, assolutamente al di sopra delle partì, come l’Accademia della Crusca, l’Istituto italiano di studi storici di Napoli, la Società internazionale per lo studio del Medioevo latino di Firenze. Ma accanto ad esse ne troviamo altre dalla precisa caratterizzazione ideologica (che naturalmente nulla toglie in linea di principio al valore della loro attività scientifica), quali la Fondazione Istituto Granisci, l’Istituto Luigi Sturzo, la Fondazione Lelio Basso, la Fondazione Luigi Einaudi.
Forse l`attuale maggioranza ritiene di essere sottorappresentata.
Comunque i criteri di selezione delle domande (ne erano state avanzate 269) non hanno nulla a che vedere con la politica, ma riguardano la consistenza dei patrimoni detenuti dai diversi enti (biblioteche, archivi, musei) e le loro attività in fatto di ricerca e divulgazione. Sulla base di questi parametri, hanno ottenuto per la prima volta l`accesso ai finanziamenti la Fondazione Beffino Craxi, la Fonda- zione Guglielmo Marconi e la Fondazione Adriano Olivetti.
Sono state invece escluse la Fondazione Giuseppe Di Vittorio, l’Associazione nazionale Sandro Pertini di Firenze, la Fondazione del Vittoriale che gestisce la ex dimora di Gabriele d’Annunzio.
Al di là dei requisiti formali, tuttavia, anche alcuni tra i responsabili degli istituti interessati ammettono che il sistema è piuttosto permeabile alle istanze provenienti dalle sedi parlamentari, per cui nell’ambito degli enti finanziati è entrato un pò di tutto. Vi sono organismi per i quali le sovvenzioni statali sono una parte nettamente minoritaria delle risorse di cui dispongono, mentre altri non potrebbero esistere senza quei fondi, che in alcuni casi costituiscono la loro unica fonte di sostentamento.
Ciò tra l’altro rende l’intero meccanismo vulnerabile alle critiche, anche se alcuni ricordano che i fondi stanziati in Italia sono di gran lunga inferiori a quelli di cui possono fruire le istituzioni culturali in altri Paesi.
Sta di fatto che non ha certo fatto piacere ai vari enti ricevere una nota, datata 16 giugno 2009, in cui il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, in base a un decreto varato nel dicembre scorso, chiedeva conto di come erano stati spesi i finanziamenti statali messi a loro disposizione, su cui pure avevano già presentato un rendiconto ai Beni culturali.
Ovviamente, però, sono soprattutto gli istituti rimasti senza fondi pubblici, così come quelli che se li sono visti decurtare, a mostrarsi insoddisfatti.
L’Associazione delle istituzioni culturali italiane (Aici) ha protestato con una lettera del suo presidente Franco Salvatori indirizzata al ministro Sandro Bondi e ai presidenti delle commissioni Cultura di Camera e Senato.
In particolare l’Aici chiede una maggiore trasparenza circa i criteri adottati per decidere esclusioni e tagli.
Non protesterà invece l’Istituto Treccani dell’Enciclopedia italiana, che in passato aveva fruito dei fondi, ma stavolta ha scelto di non presentare la domanda. Né protesterà l’Associazione premio Grinzane Cavour, travolta dai guai giudiziari del suo ex responsabile Giuliano Soria ed esclusa per non aver fornito «chiarimenti al riguardo».

Il Corriere della Sera, 30 luglio 2009

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