Giorno: 24 Luglio 2009

23^ fiducia imposta dal Governo al Parlamento. Oggi tocca al decreto anticrisi. La dichiarazione di voto di Pierluigi Bersani per il PD

Signor Presidente, cari colleghi, vorrei chiedermi cosa hanno mai da guadagnare gli italiani da un’umiliazione così forte che sta venendo al Parlamento. Siamo alla ventitreesima fiducia in un anno, i decreti-legge vengono presentati uno dopo l’altro, viene posta la questione fiducia su un pacchetto di norme, Ministro Tremonti, che lei, in altre epoche, avrebbe ridicolizzato (si tratta di 43 pagine), e siamo a farlo, sostanzialmente, all’insaputa del legislatore. Cosa ha da guadagnare l’Italia dal fatto che, in un anno, questo Parlamento non ha mai avuto l’occasione di una discussione vera sulla crisi economica? Abbiamo guadagnato in rapidità? Abbiamo guadagnato in efficacia? Credo che abbiamo guadagnato in approssimazione e in confusione, perché aver fretta – vorrei dirlo al Governo – non sempre significa andare veloci. Avete avuto fretta nel criminalizzare le badanti irregolari e, poi, siete dovuti correre a regolarizzarle. È meglio discutere, ascoltarsi e ascoltare. Credo anche che l’Italia abbia poco da guadagnare dalle rassicurazioni al cloroformio che stanno venendo dal Governo. Vorrei dire al Governo che gli italiani, davanti ai problemi seri, sono stimolati …

Universita’, Pd: norme Gelmini non sono certo rivoluzione

Ghizzoni: bene sblocco concorso ma Governo cancelli i tagli. “Non si tratta di una rivoluzione per cui il ministro Gelmini non si metta medaglie visto che queste norme sono in assoluta continuità con le decisioni prese dal Governo Prodi. Anzi ne sono la tardiva attuazione”. Così la capogruppo del Pd nella commissione cultura della Camera, Manuela Ghizzoni commenta le norme sull’università approvate oggi in consiglio dei ministri. “L’agenzia di valutazione – sottolinea – è un progetto sul quale il ministro Mussi investì molto e alla fine della legislatura era già pronto per essere realizzato, ma il ministro Gelmini per un anno intero se lo è tenuto nel cassetto. Anche i 525 milioni da ripartire tra le università più virtuose sono una dote lasciata dal governo Prodi che li aveva destinati al ‘patto per l’università’. Di cosa ne voglia fare il Governo è invece ancora oscuro anche perché i tagli approvati dal governo con la scorsa manovra estiva renderà impossibile agli atenei di chiudere i bilanci. Per non parlare della battaglia contro la proliferazione dei corsi …

“Dico no ai tagli al Fus” di Emilia De Biasi*

Il senso della nostra battaglia in Parlamento per la cultura è nell’allarme per la situazione: la spesa è scesa all’1% del PIL, il Fondo unico per lo Spettacolo, FUS, è ai livelli del 1985, con 200 milioni di tagli all’anno per tre anni; 250000 lavoratori, 6000 imprese sono a rischio. Cinema, teatro, musica, danza, circhi, spettacoli viaggianti, artisti di strada si chiedono cosa sarà del loro futuro. I giovani artisti si chiedono se avranno un futuro, e se sarà meno precario del presente. Il senso della nostra battaglia in Parlamento è per ripristinare i finanziamenti, perché la cultura non sia più solo una spesa, ma un investimento per la crescita economica e civile dell’Italia. Il senso della nostra battaglia in Parlamento è approvare una legge di riforma dello spettacolo, attesa da trenta, voluta da tutti, perché lo spettacolo dal vivo sia considerato impresa culturale, sia riconosciuto nell’ordinamento italiano e sia finanziato adeguatamente dall’intera Repubblica, e dal concorso delle risorse private. Anche se sappiamo che in Italia il privato finanzia solo se il pubblico finanzia almeno …

“Ciampi e la festa per l’ Unità d’ Italia: non faccio da alibi, pronto a lasciare”, di Breda Marzio

«Se non si muoverà nulla, se non ci sarà niente di nuovo da parte del governo, a settembre lascerò il comitato dei garanti per le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’ Unità d’ Italia. Un passo che mi sembra ormai inevitabile, dato che non avverto alcuna voglia di impegnarsi seriamente in quest’ iniziativa. Insomma, più che i soldi per metterla in cantiere, come mi sono sentito ripetere infinite volte nei mesi scorsi, quello che manca davvero è il cuore, l’ animus. Togliendo il mio nome di mezzo potrò almeno dire di non aver fatto da alibi a nessuno». E’ deluso e amareggiato, Carlo Azeglio Ciampi. Il primo impulso per onorare nel 2011 il giubileo della Nazione è maturato quand’ era ancora al Quirinale e fu poi raccolto, nel 2007, dall’ allora premier Romano Prodi. Il quale insediò l’ organismo che avrebbe dovuto «monitorare» e «verificare» i progetti delle celebrazioni, il comitato dei garanti, appunto, affidando a Ciampi la presidenza. Una scelta obbligata, se si considera che proprio a lui si deve l’ unico serio tentativo di …

“La sindrome del maschio”, di Chiara Saraceno

“Non sono un santo”, ha dichiarato Berlusconi, meritandosi i titoli di apertura di tutti i giornali. È davvero una ammissione di colpevolezza, una assunzione di responsabilità rispetto al pericolo serio in cui ha messo la sicurezza dello stato con i suoi comportamenti a dir poco sventati, e rispetto alle menzogne profuse con generosità al paese? Persino gli ambienti della Santa Sede sembrano aver accolto con benevolo favore questa ammissione, mostrando ancora una volta quanta real politik ci sia nell’atteggiamento della gerarchia cattolica nei confronti dei politici italiani. Pronta a chiudere non uno, ma due occhi di fronte alle nefandezze comportamentali, purché (verrebbe da dire, in cambio) sia assicurato il mantenimento e l’approvazione delle norme che le stanno a cuore, anche se contro il principio di sovranità dello stato e di rispetto della libertà dei cittadini. Viceversa pronta ad attaccare violentemente i politici, specie se cattolici, che tentano di trovare ragionevoli equilibri normativi tra le diverse opzioni valoriali. Ne sanno qualche cosa Prodi e Bindi. In realtà a me sembra che, con la solita furbizia e …

“Visco: «Condono pericoloso che apre le porte all’illegalità fiscale»”, di Bianca Di Giovanni

Lotta ai paradisi fiscali? Sciocchezze. I paradisi non si sono svuotati con l’altro scudo, e non si svuoteranno neanche stavolta. Questo è un condono, altro che etica». Vincenzo Visco demolisce la cortina di (innocenti?) illusioni sollevata attorno alla sanatoria per i capitali illegalmente esportati. Storielle del tipo: lo fanno tutti (falso), serve all’economia (ancora più falso), combatterà i paesi off-shore. «È vero il contrario: il condono li legittima». ribatte l’ex ministro. Ma più che i messaggi-narcosi, fanno male le strizzatine d’occhio all’illegalità fiscale, arrivate anche dal campo del centrosinistra, colpiscono i pesanti silenzi delle imprese e i bisbiglii del sindacato. «Lo ripeto -avverte Visco – I soldi detenuti illegalmente all’estero derivano o da evasione, o da riciclaggio o dalla corruzione. Quando si dà uno scudo, cioè si garantisce l’anonimato a chi sana, non si sa se questo è un evasore o un mafioso». È un fatto gravissimo. Come mai c’è molto silenzio? «Infatti. Ancora più grave è l’assuefazione all’illegalità e la trasformazione dell’illegalità in qualcosa di positivo è tale che persino nel Pd c’era qualcuno …