Giorno: 10 Settembre 2013

“L’ultima piroetta”, di Francesco Cundari

Le sorti del Pdl, del governo e dell’intera politica italiana continuano a ruotare attorno alle vicende personali di Silvio Berlusconi. O per meglio dire, è il Cavaliere che continua a far ruotare il Pdl (e di conseguenza tutti noi) attorno ai suoi interessi e ai suoi guai. Ma è una trottola che perde slancio a vista d’occhio: la traiettoria che disegna nel dibattito pubblico non è più il cerchio perfetto, quasi un punto, della fase iniziale. A mano a mano che il giocattolo rallenta la corsa, inevitabilmente, la sua rotazione si fa sempre più oscillante, la sua andatura sempre più sghemba, il suo tracciato sempre più assurdo. È vicino il momento in cui anche questo ventennale girotondo della destra italiana attorno al suo leader, e dell’Italia attorno al Cavaliere, incontrerà l’ultimo e il più insuperabile degli ostacoli: il principio di inerzia. La trottola traccerà la sua estrema, stridente, sgraziata piroetta istituzionale – il Cavaliere invocherà le Nazioni Unite, chiamerà i sostenitori alla guerra civile, chiederà asilo politico a qualche satrapo asiatico in nome della difesa …

“Il ritorno della diplomazia”, di Vittorio Zucconi

Ora Barack Obama ha una via d’uscita dalla trappola siriana nella quale si era rinchiuso. E questa via passa per Mosca. È un’onorevole ritirata quella che Vladimir Putin gli offre. Potrebbe essere raccontata addirittura come una vittoria e le prime reazioni di Washington sembrano accoglierla con un sospiro di sollievo. Con la proposta di domandare ad Assad la consegna e il controllo internazionale degli arsenali di armi chimiche e, quindi, di impedirne l’uso contro i ribelli, Mosca ha utilizzato un classico stratagemma tattico della storia russa: ritirarsi oggi, per battersi meglio domani. Salvando la faccia e l’onore. La “Marcia della Follia”, come Barbara W. Tuchman definì la spinta inerziale e irresistibile che conduce alle guerre, ha rallentato il passo e ciò che ancora pochi giorni or sono sembrava inevitabile, oggi diventa almeno più lontano. In questo dialogo a distanza fra Mosca e Washington, che John Kerry, il segretario di Stato, e Sergei Lavrov, il ministro degli Esteri russo, hanno cominciato scambiandosi segnali, c’è per la prima volta l’ipotesi di una soluzione non violenta. Di un …

“La voglia di riscatto”, di Massimo Adinolfi

Il decreto è un primo, importante segnale. Per anni scuola e università sono scivolati a margine delle politiche di governo e dell’attenzione pubblica, oppure sono stati interessati da propositi di riforma confusi, accompagnati da una sempre più accentuata diminuzione delle risorse, a sua volta coperta da una aggressiva quanto velleitaria ideologia meritocratica. Come se il problema della scuola italiana stesse esclusivamente nel permettere ai migliori di eccellere, con buona pace di tutti gli altri. Come se non fosse invece necessario recuperare la centralità della vita scolastica nei processi educativi, nella considerazione delle famiglie, nel tessuto sociale del Paese. Ci sarà tempo per analizzare nel dettaglio il provvedimento varato ieri, che interviene su diversi aspetti del pianeta scuola: dal caro-libri, che si cerca di contenere, agli interventi per l’edilizia scolastica, che possono rappresentare solo il primo passo di un piano più generale e di stanziamenti più cospicui. Dal fondo per le borse di studio per studenti universitari, che si incrementa (anche se di poco) alla lotta alla dispersione scolastica, che questo decreto prova a rilanciare (anche …

“Morire da samaritani soccorrendo un ferito”, di Francesco Merlo

Il grande eroismo del piccolo gesto è costato la vita a una di noi, una dolce signora di Bergamo, che è morta nella guerra a bassa intensità che ogni giorno si combatte nelle strade d’Italia. Animali travestiti da uomini, per finire un uomo già finito, hanno infatti ucciso anche lei che lo stava soccorrendo come appunto avrebbe fatto ciascuno di noi.Non il buon Samaritano della parabola o san Francesco, ma chiunque si fosse trovato a passare di lì e avesse visto quell’indiano steso per terra, straziato dalle sprangate, boccheggiante e rantolante. Eleonora Cantamessa era una ginecologa di 44 anni, un medico. E dunque non era mossa soltanto dalla pietà ma anche dalla fedeltà al giuramento di Ippocrate, dalla competenza, dall’abitudine a soccorrere. Il medico si mette sempre di traverso davanti alla morte, cerca di fermarla, di ritardarla, di renderla meno dolorosa. Eleonora Cantamessa per professione aveva dichiarato morte alla morte. Ma quattro bestie a bordo di una Golf sono tornate indietro, non come i killer freddi che seguono una logica, ma come furie appunto, travolgendo …