Mese: Luglio 2009

La Corte dei Conti contro lo scudo fiscale del governo: ‘Rallenta la lotta all’evasione’

Lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero potrebbe vanificare la lotta all’evasione fiscale con la quale, oltretutto, il governo punta a coprire sempre di più le misure per il rilancio dell’economia. Questo il parere della Corte dei Conti, ascoltata nei giorni scorsi davanti alle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato sul Dpef e il cui testo integrale è stato appena pubblicato. «Provvedimenti ritenuti opportuni per favorire il rilancio dell’economia, come nel caso dello scudo fiscale – ha detto il presidente della magistratura contabile, Tullio Lazzaro – possono essere percepiti dai contribuenti come un segnale di allentamento del rigore fiscale, o addirittura di promessa di un nuovo condono. Se ciò, avvenisse, gli effetti di deterrenza delle misure anti-evasione rischierebbero di essere largamente vanificati». Un problema non di poco conto considerato che «quattro dei sei provvedimenti che hanno dato corpo alla manovra di finanza pubblica varata fra giugno 2008 e giugno 2009 risultano legati da un marcato filo conduttore: il crescente ruolo assegnato alla lotta all’evasione come strumento di politica di bilancio, diventata …

“Corte dei conti, la scure del governo ecco le indagini che saranno bloccate”, di Liana Milella

Un’indagine fresca, con 400 inviti a dedurre, sulle consulenze concesse dagli alti dirigenti del ministero dell’Economia? Se ne occupa la procura della Corte dei Conti del Lazio. Ma i pm contabili potrebbe vedersi costretti a fare marcia indietro perché, prima di indagare, devono essere certi di avere tra le mani «una specifica e precisa notizia di danno». Non solo: devono sapere, prima ancora di avviare l’accertamento, che quel danno «sia stato cagionato per dolo o colpa grave». Le inchieste sulle consulenze della Moratti, sulla clinica Santa Rita, sull’azienda dei trasporti di Genova? Tutto in fumo. Non basta: se a qualche procuratore della Corte dei conti, della Puglia o del Lazio, fosse venuto in mente di contestare al premier Berlusconi un «danno all’immagine», con l’apertura di un processo e la conseguente richiesta di un risarcimento allo Stato, per via del suo comportamento “allegro” tra villa Certosa e via del Plebiscito, ormai non potrà più farlo. Perché un “lodo”, l’ennesimo del governo di centrodestra, può mettere in sicurezza i vertici del ministero dell’Economia, ma anche il presidente …

“La marcia del cattolico libertino tra squillo, Vaticano e Padre Pio”, di Edmondo Berselli

Secondo il cinismo della cultura prevalente nel circuito di potere berlusconiano, il cattolicesimo italiano è sufficientemente adulto per saper distinguere fra i comportamenti personali, eventualmente deplorevoli, e la funzione pubblica praticata da un leader politico. Quindi la prostituzione di regime messa in piedi a Palazzo Grazioli apparterrebbe a uno stile di vita “folk”, da considerare con un sorriso di complicità. Si tratterebbe in questo senso di un tocco sovrano di eccentricità, il “Berlusconi’s Touch”, in cui il “presidente puttaniere”, come il Sultano si è definito, costituisce un gustoso tratto personale, a cui anche i cattolici convenzionali guardano con una sottaciuta simpatia. Sono bugie, finzioni, mitologie. È la cortina di menzogne che i principali collaboratori del presidente del consiglio, a cominciare dall’avvocato Ghedini, hanno cercato di alzare intorno al capo del governo. Una volta chiesero a Bettino Craxi, rifugiatosi a Hammamet, un giudizio su uno dei suoi numeri due, Giuliano Amato: “Un professionista a contratto”, rispose con tutta la malevolenza possibile Craxi. Ora Berlusconi di professionisti a contratto ne ha molti. Ma il suo stile e …

“Effetto Maroni a Massa Carrara prima rissa tra ronde nemiche”, di Gad Lerner

Ingelosito forse dalla constatazione che il vessillo minaccioso delle “ronde” sia stato impugnato dalla destra di governo, un manipolo della residua galassia comunista ha deciso di impugnarne il copyright a Massa, promuovendo una “ronda proletaria e antifascista”. Da non confondersi con le “ronde fasciste” di antica memoria, ma ugualmente carica di significati minacciosi e soprattutto vogliosa di fare a botte con la concorrenza “autorizzata” nell’Italia 2009. Con l’ovvio risultato di costringere le forze di polizia a un impegno supplementare che sarebbe stato meglio risparmiare loro. I disordini di Massa, botte fra militanti di opposta tendenza, feriti e successivo blocco della stazione ferroviaria, riecheggiano sinistramente gli scontri fisici che trent’anni fa degenerarono nel sangue, con perdite di numerose giovani vite umane. Già negli anni Settanta risultava anacronistica e insensata la ferocia con cui si pretendeva di rinnovare una guerra civile tra fascismo e antifascismo. La notizia di questo revival massese, però, scandalizza innanzitutto per la sua prevedibilità. Quando è lo stesso ministro degli Interni a invocare le “ronde” come antidoto alla delinquenza. Quando un prefetto e …

“Milano senza sogni, una città amara”, di Corrado Stajno

Indifferenza, razzismo, traffico, inquinamento: così la metropoli perde l’anima. Per raccontar Milano è bene partire dal basso, dai marciapiedi, più che dalle alte vette, il primato sociale e civile dato una volta per scontato o la capitale morale andata in frantumi come un vaso di terraglia. I marciapiedi, dunque, quasi tutti rotti, rappezzati, simili a mantelli di Arlecchino, tra crepe, buchi e strisce d’asfalto, coi cordoli di antica pietra gettati via, lo sporco della città che s’infiltra tra le fessure e i sassi malamente mescolati alla sterpaglia. Nessuno controlla più quel che fanno i posatori. Questo non succede in periferia, a Baggio, a Cernusco sul Naviglio, a Cinisello, dove forse le cose vanno un po’ meglio, ma nel centro colto della città, di fianco alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, per esempio, dove già di prima mattina i cinesi e i giapponesi si mettono in coda per vedere il Cenacolo di Leonardo e poi vanno a comprare i souvenir dal cartolaio di via Ruffini, davanti alla scuola che ha appena compiuto cent’anni di età. …

Non voltiamoci dall’altra parte!

Appello di Rita Borsellino, Gianrico Carofiglio, Sergio Cofferati, David Sassòli, Debora Serracchiani, Luigi Zanda Caro direttore, le cronache di questi giorni raccontano di un paese che non reagisce ai gravi comportamenti del presidente del Consiglio. Non esiste nessun paese al mondo che tolleri le menzogne dei propri governanti. Siamo un caso unico. Sono state davvero poche le voci che hanno cercato di non far passare il tempo per evitare che l’assuefazione addormenti la coscienza pubblica. Sì, in questo momento noi crediamo che occorra uno scatto d’orgoglio di tutti gli italiani che pensano che la menzogna sia un danno al paese e alla sua credibilità. Se Berlusconi sia un santo o no interessa davvero poco. Qui si parla di una questione politica e le domande che emergono impongono risposte non equivoche. Si può impunemente mentire al paese? Si è messa a rischio la sicurezza nazionale? Quanto si sono sovrapposti gli interessi privati alle funzioni pubbliche? Le questioni sono decisive. Riguardano la credibilità delle istituzioni e l’autorevolezza della classe dirigente. Non è superfluo ricordare quanto impone l’articolo …

“Rai: altro che nomine, qui quello che si sta attuando è il piano di Licio Gelli…”, di Giuseppe Giulietti

E’ inutile far finta di non sapere che anche le ultimissime nomine Rai stavano nelle discussioni di Palazzo Grazioli. Quello che sta accadendo è il prendere forma, in modi sempre più evidenti, di un polo Raiset nel quale l’elemento dominante è costituito dalle proprietà del premier. Non basta più essere ottimi professionisti di destra per entrare nella rosa dei candidati alle direzioni; quello che serve ora è godere della fiducia dei pasdaran della parte più estrema del partito del conflitto di interessi, a tal punto che non pochi esponenti del centro destra, e non di secondo piano, nei corridoi della Camera parlavano e parlano, a mezzabocca, delle nomine Rai come di un completo trionfo del partito Mediaset. A tal punto che donne e uomini dichiaramente di destra, lontanissimi da questa associaizone, e con la quale abbiamo avuto perfino fieri contrasti nelle aule dei tribunali, sono stati letteralmente cancellati perchè ritenuti poco affidabili, non tanto dal punto di vista politico, ma da quello degli interessi dell’azienda concorrente. Quello che è accaduto va letto contestulamente alla nomina …